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“Alla Casa protetta per anziani professionalità e alta capacità gestionale”

“Alla Casa protetta per anziani professionalità e alta capacità gestionale”

Il presidente Michelangelo Guzzonato interviene su quanto emerso nei giorni scorsi “per quella – afferma – che non è scientificamente sostenibile come una epidemia”

“Alla Casa protetta per anziani professionalità e alta capacità gestionale”di MICHELANGELO GUZZONATO*

SENIGALLIA – Una vicenda che ha evidenziato la professionalità del personale e l’alta capacità gestionale di Fondazione Città di Senigallia. Nei giorni scorsi gli organi di stampa locali hanno dato ampio risalto alla infezione di “acinetobacter baumannii” per alcuni ospiti. Situazione che sin da subito è bene rimarcare sia più che sotto controllo e per la quale non è scientificamente sostenibile parlare di epidemia. La vicenda risale all’ultima parte del 2017 quando un ospite manifestava stati febbrili tanto che il medico curante ne ha chiesto il ricovero nell’Unità Operativa di Medicina dell’ospedale cittadino.

Terminato il periodo di degenza i medici del nosocomio cittadino hanno disposto la dimissione del paziente per consentire il rientro nella residenza protetta in quanto portatore sano. Immediatamente su diretta indicazione del presidente di Fondazione di Senigallia, dottor Michelangelo Guzzonato, sono state avviate le procedure per la cosiddetta “bolla di contenimento” in una apposita stanza situata nella torre nord (l’edificio più vecchio per intenderci) dato che la palazzina sud non è mai stata interessata per tale vicenda. Personale e familiari avevano accesso alla stanza dell’ospite con indumenti atti alla protezione personale che poi venivano smaltiti secondo le procedure del caso. Benché tale azione fosse già con alto standard di sicurezza, sempre il presidente Guzzonato, ha interpellato i medici curanti di tutti gli ospiti per verificarne lo stato di salute.

Il percorso di diagnosi ha avuto il suo corso ed in totale sono risultati positivi “acinetobacter baumannii” sei ospiti mentre un settimo per un altro batterio multi-resistente. Di conseguenza anche questi ultimi sono rientrati nella procedura  della bolla di contenimento nella torre nord. L’intervento di Fondazione Città di Senigallia non si è esaurito qui. L’Ente, che come si evince non ha mai nascosto la vicenda coinvolgendo chi direttamente interessato (diverso sarebbe darne evidenza pubblica non tutelando la riservatezza degli ospiti), ha organizzato incontri formativi ed informativi con l’ordinario di infettivologia dell’Università Politecnica delle Marche professor Andrea Giacometti. Incontri dunque per il personale, per i familiari degli ospiti ed aperto a tutti i medici di famiglia dell’ambito territoriale. La struttura di via Cellini, è bene sottolinearlo, rientra nella delibera regionale per il fabbisogno di “cure intermedie” ma oggi non vi alcun contratto perciò non è una struttura socio-sanitaria ma socio-assistenziale. Elemento di non poca differenza ai fini organizzativi dato che in sede per le cure mediche agli ospiti hanno competenza esclusivamente i medici di famiglia.

È notizia poi di questi giorni che uno degli ospiti “colonizzati” dal batterio sia guarito in seguito al lavoro svolto da suo medico curante. Da ultimo, considerato l’alto costo per le procedure della bolla di contenimento, il presidente di Fondazione Città di Senigallia ha ottenuto dal Distretto Sanitario che il materiale specifico venga fornito da ASUR Marche.

*Presidente della Fondazione Città di Senigallia

 

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