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Verso il varo dell’Unione dei Comuni Terre della Marca Senone: il luogo che non c’è

Verso il varo dell’Unione dei Comuni Terre della Marca Senone: il luogo che non c’è

Virginio Villani: “Il senso pratico e il buon senso vorrebbero che per indicare i luoghi più che alle suggestioni storiche si guardasse alla geografia e quindi vogliano ancora sperare che alla fine prevalga proprio il buon senso”

di VIRGINIO VILLANI*

SENIGALLIA – “Terre della Marca Senone” è la denominazione che i nostri sindaci hanno scelto per l’unione dei comuni delle valli del Misa e del Nevola in via di costituzione. Questa delle “terre” è ormai diventata una moda ed esistono due denominazioni analoghe anche nel nostro territorio, le “Terre di Frattula” e le “Terre del Duca”. Ma mentre in questi ed altri casi si tratta di promuovere un prodotto gastronomico o un prodotto turistico, che secondo la nuova tendenza dell’economia enogastronomica vanno legati al terroir, cioè al territorio, nel caso dell’Unione dei Comuni si tratta solo di indicare l’ambito territoriale di un distretto amministrativo, che per essere riconoscibile deve essere connotato dal nome dell’ambito geografico di riferimento, appunto le Valli Misa e Nevola. Così è stato in passato con molto buon senso, ma questa volta la creatività politica è andata oltre inventando dal nulla un luogo mai esistito e per ragioni poco comprensibili.

Cercando di indagare le basi storiche su cui è stata costruita questa inedita denominazione, il pensiero va subito alla Marca d’Ancona, una provincia amministrativa dello Stato della Chiesa che a partire dalla fine del sec. XI (dopo la Marca di Fermo e quella di Camerino, da cui le Marche), comprendeva quasi tutta la regione dal Tronto al Foglia; però verso la metà del fra ‘400 tutta la parte settentrionale a partire proprio da Senigallia venne separata per costituire un distretto politico-amministrativo distinto con la denominazione di Ducato di Urbino. Considerato che la Senigallia odierna è frutto delle ricostruzioni quattro/cinquecentesche, ne consegue che la fase storica più significativa di Senigallia debba essere considerata più collegata al Ducato che alla Marca, come giustamente dimostra la sua inclusione a fini turistico-culturali nel distretto delle “Terre del Duca” con Urbino, Gubbio e altre città. Di conseguenza a rigor di logica non ci si potrebbe attribuire due denominazioni che si escludono a vicenda.

Soffermandosi poi sul secondo termine, che evoca tempi molto più antichi, una Senonia non è mai esistita e il termine non è mai menzionato come luogo geografico specifico dagli autori antichi. E’ esistito invece l’Ager Gallicus che insieme all’Umbria formava la VI regione augusta e anche in questo caso comprendeva un’area molto ampia, estesa dall’Esino al Conca.

Quindi la denominazione di “Marca Senone” è il risultato dell’unione di due connotazioni geografico-storiche, la prima realmente esistita, la seconda di pura invenzione, e comunque appartenute a fasi storiche molto diverse e lontane fra di loro e volerle sovrapporre è una forzatura che appartiene più alla letteratura fantastica che alla storia; ne consegue anche che l’uso di questa denominazione nei documenti amministrativi dovrà essere accompagnato da una postilla che spieghi a quale parte d’Italia voglia riferirsi. Inoltre non è una denominazione esclusiva della nostra valle e qualsiasi luogo o distretto dall’Esino al Foglia potrebbe legittimamente utilizzarla.

Ma come si dice, “chi prima arriva prima macina”. E allora viva la fantasia e la tempestività dei nostri amministratori, che si lasciano affascinare più dal potere evocativo della parola, che della sua comprensibilità. Ma il senso pratico e il buon senso vorrebbero che per indicare i luoghi più che alle suggestioni storiche si guardasse alla geografia e quindi vogliano ancora sperare (e con noi molti cittadini delle due valli) che alla fine prevalga proprio il buon senso.

*Storico

 

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