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Sana utopia, il pensiero e le opere di Stroli in mostra nella sala espositiva del Teatro Pergolesi di Jesi

Sana utopia, il pensiero e le opere di Stroli in mostra nella sala espositiva del Teatro Pergolesi di Jesi

Sana utopia, il pensiero e le opere di Stroli in mostra nella sala espositiva del Teatro Pergolesi di JesiJESI – “Sana utopia” è il titolo dell’attesa mostra di Stroli allestita nella Sala espositiva del Teatro Pergolesi in Piazza della Repubblica a Jesi. Un nuovo lavoro, presentato in tre sezioni; passato presente e futuro, che l’artista dedica all’Uomo attraverso la sua dirompente potenza espressiva.

L’inaugurazione è fissata per mercoledì 13 dicembre, alle ore 17, con l’intervento del critico d’arte Fabio Ciceroni, l’ingresso è libero, tutti i pomeriggi, dal giovedì alla domenica, dalle ore 16,30 alle 19,30 fino a martedì 26 dicembre.

Lino Stronati, in arte Stroli, vive ed opera a Jesi. Il suo linguaggio, si contraddistingue per l’originalità e l’energia travolgente espressa con una personalissima tecnica sempre più acuta e matura. Tra le 40 mostre nazionali e internazionali degli ultimi 5 anni ricordiamo quelle di Roma; presso l’Ambasciata di Cuba; il Premio Seraphicum; l’esposizione all’Ambasciata dell’Iraq presso la Santa Sede; quelle al Museo Dioscuri a Palazzo del Quirinale sempre a Roma; Arte made in Italy in Svezia; Abu Dhaby negli Emirati Arabi; le esposizioni al Museo d’Arte Moderna di Kiev e al Museo di Arte Moderna del Louvre a Parigi.

“Sana utopia” è una nuova sorprendente sfida di Stroli alla retorica della resa.

È un pungolo di speranza a chi si macera nel conformismo senza esprimere se stesso, a chi si piega, consapevole o meno, a una catena di montaggio priva del tramestio del fare artigiano, del suo biologico sudore e che, proprio per questo, sortisce il suo effetto velenoso in modo più subdolo e pervasivo. È lo scontento muto che naviga nelle viscere della banda larga per rappresentarsi con il dramma spettacolarizzato o il sorriso e gli atteggiamenti, spesso vuoti, della società del selfie. È un grumo di zuccheri confezionati, cristalli di bit che favoriscono spesso una comunicazione dimentica della sua ragion d’essere, prona al mercato e ai tempi. Stroli ci stimola, invece, a ri-pensare le nostre scelte, a immaginare un nuovo umanesimo delle idee, delle relazioni, della collaborazione, del rispetto per l’altro e dell’ambiente.

L’artista jesino ci propone un uomo e una società nuovi proiettati, inevitabilmente, pena l’autodistruzione, verso la propria felicità con “… un’energia ispirativa tale – come scritto dal critico Ciceroni – che ci obbliga ad essere grati all’arte, e a quest’arte, quando per forza emotiva diventa dono di meditazione su un’umanità sempre meno autenticamente libera, imprigionata per assuefazione dalle sue stesse alchimie tecnologico-digitali e rinchiusa nella sua sfera di comfort, ma anche stegata dalla sua pulsione al dominio”.

 

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