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Salgono sul pullman con i soldi in mano ma la macchinetta dei biglietti non funziona: quattro ragazzine sanzionate dai controllori

Salgono sul pullman con i soldi in mano ma la macchinetta dei biglietti non funziona: quattro ragazzine sanzionate dai controllori

I genitori si sono opposti ed il giudice di pace di Senigallia ha dato loro ragione. Adesso l’azienda ha presentato quattro ricorsi in appello al Tribunale di Ancona per recuperare 226,60 euro (56,65 per ogni procedimento)

Salgono sul pullman con i soldi in mano ma la macchinetta dei biglietti non funziona: quattro ragazzine sanzionate dai controlloridi ELPIDIO STORTINI

SENIGALLIA – Quattro ragazzine, tra i tredici ed i quattordici anni, salgono per la prima volta sul bus, da sole, senza la presenza dei genitori. E’ il 30 giugno dello scorso anno: la scuola è appena terminata, hanno superato gli esami di terza media, e da Corinaldo vanno a Senigallia. E’ la loro prima esperienza. Si sentono “grandi”, da settembre quel pullman dovranno prenderlo tutti i giorni, per raggiungere gli istituti scolastici superiori della spiaggia di velluto, ai quali i genitori le hanno già iscritte.

Hanno in mano le monete giuste, da inserire nella macchinetta erogatrice dei biglietti. Ma è la prima volta, forse sbagliano, forse la macchinetta si inceppa. Fatto è che si forma la fila e l’autista le invita a mettersi sedute ed a fare il biglietto più tardi. E loro ubbidiscono.

Poco dopo salgono sul pullman tre controllori. Chiedono i biglietti e le ragazzine spiegano, con la sincerità adolescenziale, quanto accaduto. Uno dei tre controllori, dando l’impressione di comprendere le ragioni delle ragazzine, probabilmente con l’intento di voler definire bonariamente l’accaduto, provvede, personalmente, ad inserire le monete (che le ragazzine avevano in mano) nella macchinetta. Che funziona. Ed i biglietti escono.

Ma la questione non finisce qui.

Le quattro ragazzine, alla fermata di Senigallia, vengono accompagnate negli uffici della Conerobus dove gli agenti di polizia amministrativa dell’azienda, le sanzionano per 56,65 euro, ciascuna.

Ed in un sistema di trasporto pubblico locale in cui c’è una voragine che nessuno, finora, è riuscito a colmare – dove un passeggero su cinque sale sui mezzi senza pagare – può accadere anche questo.

Di recente l’Asstra, l’associazione che riunisce il migliaio di aziende del trasporto pubblico e privato (di cui 159 partecipate direttamente o indirettamente dagli Enti locali) ha realizzato un’indagine sulle principali città, rilevando che la situazione – con qualche eccezione – è preoccupante. A Roma, ad esempio, un passeggero su tre viaggia senza biglietto, e così a Bari. A Reggio Calabria l’evasione è al 25%, Napoli è al 17%, Firenze al 14%.

I genitori delle quattro ragazzine, per una questione di principio, si sono opposti ai verbali di accertamento, ritenendo illegittime le sanzioni amministrative erogate alle loro figlie, rivolgendosi così al giudice di pace di Senigallia. “Perché aiutare le minori a munirsi del biglietto – è stato scritto nei ricorsi inoltrati – per poi scortarle in Stazione e contestare l’assenza di valido e idoneo titolo di viaggio? Perché, poi, far pagare a tutte il biglietto se il relativo prezzo era già compreso nell’importo della sanzione irrogata?”

Ed i ricorsi (quattro, in quanto le sanzioni sono individuali) sono stati accolti dal giudice di pace di Senigallia, dottor Luigi Tranquilli, con sentenze del 5 aprile 2017, depositate il successivo 8 maggio.

Ma la vicenda, nonostante questo, non si conclude qui. In un’Italia la cui giustizia è oberata da gravi e preoccupanti ritardi, accade che, per recuperare sanzioni per complessivi 226,60 euro, Atma Scpa, nella persona del legale rappresentante pro tempore dottor Muzio Papaveri, presenti quattro ricorsi in appello (ogni procedimento, come detto, è infatti individuale) al Tribunale di Ancona, avverso le sentenze (quattro, ovviamente, anche in questo caso) del giudice di pace di Senigallia in quanto ritenute “ingiuste, illegittime ed errate”.

Ed i giudici del Tribunale di Ancona hanno già fissato la comparizione delle parti, interessate ai quattro procedimenti, rispettivamente per il 17 gennaio, per il 24 gennaio (in due casi) e per il 21 marzo del prossimo anno.

Il difensore dei genitori delle quattro ragazzine, per cercare di far perdere meno tempo possibile ai giudici, ha chiesto l’unificazione dei quattro procedimenti.

Ma, al di là di quanto si verificherà, resta il caso di quattro adolescenti che entrano nel cosiddetto mondo degli adulti (ripetiamo, si trattava della loro prima esperienza in autobus da sole), rimanendone sbigottite.

Eppure proprio la Conerobus, azienda al centro del contenzioso, ha recentemente avviato un percorso per sensibilizzare l’utenza, sia al rispetto delle regole, sia ad un corretto approccio con il trasporto pubblico. A tal proposito sono stati anche realizzati degli spot sull’importanza di fare il biglietto e su tutte le buone norme di comportamento a bordo. Tra i protagonisti – lo vogliamo ricordare – anche il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, nei panni di un controllore.

Ma sono molteplici le iniziative di Conerobus per incentivare l’uso dei mezzi pubblici e diffondere la cultura della legalità. E tra le categorie alle quali l’azienda si rivolge c’è proprio quella degli under 14, con un progetto che riguarda il mondo della scuola per sensibilizzare i ragazzi sul corretto uso dei mezzi pubblici.

Bellissime iniziative, piene di slogan, che contrastano però con quanto avvenuto in questo caso. Con l’appello alle sentenze di un giudice di pace, che ha accolto – ritenendoli legittimi – i ricorsi dei genitori di quattro ragazzine, “colpevoli” soltanto di aver trovato sull’autobus la macchinetta dei biglietti non funzionante o, se proprio vogliamo, di non essere state capaci di inserirvi bene le monetine che avevano in mano. E nessuno, quando sono salite, le ha aiutate a prendere regolarmente il biglietto.

 

 

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