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Leonardo Badioli: “I rifiuti che produciamo, a Senigallia li paghiamo due volte?”

Leonardo Badioli: “I rifiuti che produciamo, a Senigallia li paghiamo due volte?”

di LEONARDO BADIOLI

SENIGALLIA – Ieri ho pagato la quarta rata della TARI, quella che l’amministrazione Mangialardi ha aggiunto alle tre che si pagavano di solito, a causa degli spiaggiamenti di materiale organico legnoso dell’inizio anno. Le altre tre le avevo pagate subito, ma questa l’ho tenuta sospesa fino all’ultimo come riserva del mio disappunto.

Al provvedimento, si ricorderà, era seguito un Consiglio comunale tumultuoso, in cui molte persone del pubblico presero la parola contro l’incremento dell’imposta. Il sindaco rispose che il conferimento in discarica era puro costo bisognoso di ristoro.

Ora, noi sappiamo che per smaltire si pagano tariffe; ma sappiamo anche che chi riscuote è ASA, società per azioni nella quale il Comune di Senigallia è proprietario del 24,4%. Dunque, almeno teoricamente, per il Comune di Senigallia il conferimento in discarica non fu (e non è) solo una voce in uscita, ma anche una voce in entrata.

Non sappiamo invece se Asa trasferisca in effetti i corrispettivi dividendi al proprio socio: il suo presidente emerito Aldo Balducci assicurò che la società era gestita in pareggio, ma non trascurò di ricordare come la discarica fosse da tutti considerata “il bancomat del comune” che la possiede. Un bilancio in pareggio a pié di lista? Qualcuno magari – conti alla mano – ce lo saprà dire.

In mancanza di quelli, io credo, i contribuenti sono autorizzati a pensare che dallo smaltimento dei rifiuti il Comune sia in grado di incassare due volte: una dai cittadini sotto forma di tassa e una dalla società che gestisce lo smaltimento sotto forma di dividendo.

Fosse così, i contribuenti vorrebbero sapere: perché, in questa condizione di proprietario per un quarto del servizio, l’autorità comunale non dovrebbe, invece di rincarare la Tari, alleggerirla? O, almeno  (ricordando comunque che il legno non va seppellito in discarica ma rigenerato nel riciclaggio) spuntare tariffe per le situazioni di emergenza, fino a copertura della quarta rata?

Se invece un computista ha numeri sufficienti a dimostrare che il Comune di Senigallia non ha entrate dalla gestione della discarica, allora dovremmo chiederci per quale altro scopo o vantaggio il nostro comune partecipa in quota nella S.p.a. che la gestisce. Vediamo infatti che l’attività di smaltimento (goffamente definita “strategica” e proiettata su una prospettiva di trent’anni) non è più, come dovrebbe essere, residuale rispetto al ciclo dei materiali post-consumo, ma competitiva sulla differenziata e riciclaggio, tanto è vero che i secondi – questi sì, “strategici” – da qualche tempo stanno segnando il passo.

Nelle foto: in alto rifiuti lungo una via di Senigallia; subito sotto la discarica gestita dall’Asa Spa, a Corinaldo

 

 

 

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