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Martinangeli e Palma: “Nessuna certezza per l’Utic di Senigallia, reparto sempre più penalizzato”

Martinangeli e Palma: “Nessuna certezza per l’Utic di Senigallia, reparto sempre più penalizzato”

Utic, ospedale, Senigallia, M5S, Martinangeli, Palma. SENIGALLIA – Da Stefania Martinangeli (capogruppo consiliare M5S Senigallia) ed Elisabetta Palma (consigliere comunale M5S Senigallia) riceviamo questo nuovo contributo al dibattito in corso sulla sanità senigalliese.

“La vicenda dell’UTIC di Senigallia è ancora tutta da chiarire, e il reparto – assieme alla salute dei cittadini – non è assolutamente “al sicuro”.

“Il 24 luglio 2017 si tenne la seduta di 4^ commissione (Sanità) per parlare del futuro (tutt’ora  fosco) della Cardiologia-UTIC, e in quella sede – gremita di cittadini giustamente preoccupati – chiedemmo con forza che i due reparti NON VENISSERO TOCCATI IN ALCUN MODO.

La nostra richiesta era supportata, come sempre, da dati incontrovertibili sui  volumi di attività e sui livelli di appropriatezza della Cardiologia – UTIC del nostro ospedale. I numeri non sono opinabili, e le nostre puntuali osservazioni suggerirono ai vertici politici (Dott. Volpini) e aziendali  (Dott. Marini) di prendere tempo palesando la SOSPENSIONE della Determina 361/2017 che sanciva la morte dell’UTIC e il declassamento della Cardiologia da reparto per acuti a degenza riabilitativa, in vista di futuri tavoli tecnici della rete cardiologica dell’Area Vasta 2.

Ovviamente, tale sospensione non è mai stata ratificata sulla carta, ma solo a voce e, come tutti sanno, verba volant.

Nel frattempo, sul fronte cittadino, il Sindaco ha “giocato d’astuzia”, facendo convergere maggioranza e una parte della minoranza sulle posizioni del PD su un Ordine del Giorno di fatto inidoneo a sortire qualsivoglia modifica dell’attività di smantellamento sistematico del nostro ospedale, già in atto da anni.

Ci sono stati, nel frattempo, i famosi tavoli tecnici della rete cardiologica dell’Area Vasta 2 che sono proseguiti nell’opera di smantellamento, in barba alle promesse di sospensione della determina 361 fatte ai cittadini. Lo stesso Sindaco, l’11 ottobre scorso, ha confermato queste manovre  affermando che “… il tavolo tecnico predisposto dall’ASUR per rivedere il Piano di riorganizzazione della sanità regionale ha previsto la rimodulazione dell’UTIC ….”.

Il prossimo tavolo tecnico dovrebbe tenersi intorno al 18-20 dicembre prossimo, e in quella data dovrebbe essere scritta la parola fine a questa vicenda.

Sembrerebbe confermato il disegno – preannunciato peraltro da Volpini – di CHIUDERE L’UTIC e lasciare 2 posti letto, assolutamente inadeguati a sostenere il carico di pazienti  che, basta leggere i dati, sono stati assistiti in questi anni.

Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a questa scelta che riteniamo sciagurata e pericolosa, perché:

  • chi amministra la regione afferma che occorre adempiere agli obblighi del Decreto Balduzzi. Non comprendiamo questa protervia, perché la norma va applicata obbligatoriamente solo dalle regioni “commissariate” in tema di sanità, e le Marche non sono tra queste;
  • a livello regionale, anche applicando il Decreto Balduzzi, può esistere un ospedale con DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione) di primo livello ogni 150/300.000 abitanti, ne consegue che possono esserci 10 Cardiologie con UTIC, e Senigallia verrebbe “fatta fuori” per lasciare l’UTIC al futuro ospedale INRCA- Osimo che sorgerà vicino all’Ikea (i lavori saranno appaltati, come spesso accade quando il PD commissiona grandi opere, dalla CMC di Ravenna, ma dovremo attendere il 2020 per vedere consegnato l’ospedale dal costo di € 79.500.000 – di cui  443.236,16 € a carico della regione Marche);
  • Senigallia è la città più popolosa, dopo Ancona, nell’Area Vasta 2, e le presenze aumentano vertiginosamente in occasione di eventi di grande risonanza mediatica (Summer Jamboree, Caterraduno, Fiera, Pane Nostrum, ecc.) e durante la stagione turistico – balneare, inoltre – a seguito della desertificazione dell’offerta sanitaria in provincia di Pesaro – il nostro ospedale sta dando risposte ai bisogni di salute della popolazione della Val Cesano (raggiungendo un bacino di circa 100mila persone);
  • la Cardiologia-UTIC di Senigallia è l’unica ad avere le caratteristiche di legge di tutta l’Area Vasta 2. Perché eliminare proprio il reparto di Senigallia?
    • dimensioni ottimali: la Cardiologia e l’UTIC di Senigallia sono le sole a rispettare le dimensioni ottimali previste dalla legge, ovvero 20 posti letto e 6 posti letto rispettivamente, mentre Jesi e Fabriano no;
    • attività di eccellenza: la qualità delle prestazioni (indici di appropriatezza) è tre volte migliore rispetto a Jesi e il numero di prestazioni (volumi di attività) è quasi doppio rispetto a Jesi. Da notare inoltre che, ad oggi,  l’UTIC di Jesi non è in possesso dei requisiti minimi richiesti per l’accreditamento in quanto non posiziona i pace maker e invia i pazienti a Torrette per ricevere questa prestazione, con la doppia conseguenza di amplificare i propri dati con prestazioni fatte altrove, e aumentare i costi di una prestazione che potrebbe essere fatta all’interno della stessa AV 2, a Senigallia oppure a Fabriano.
  • Togliere l’UTIC significa perdere un altro tassello del Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (DEA) di primo livello, che era stato istituito con una mozione consiliare approvata a luglio 2011 (link) e che le sottoscritte hanno sempre strenuamente difeso. Ad oggi, nel nostro ospedale, non abbiamo nemmeno tutti i reparti con degenza ordinaria previsti dal D.M. n. 70/2015, non abbiamo infatti Urologia e i reparti di Otorino e Oculistica lavorano solo in regime  ambulatoriale o di DH.

Nel 2016 la nostra UTIC ha trattato 387 pazienti.

Se oggi l’UTIC ha volumi ottimali con 6 posti letto, che volumi potremo garantire domani, quando ci sarà stata la famosa rimodulazione?

Dove (e come) verranno assistite le persone con infarto, scompenso cardiaco, edema polmonare, aritmia maligna che non troveranno più posto a Senigallia, dato che le altre realtà hanno caratteristiche quali – quantitative inferiori a quelle della Cardiologia-UTIC di Senigallia?

I cardiologi affermano, a ragione , che “il tempo è muscolo”, e  quanto tempo perderà il malcapitato cittadino con evento cardiaco acuto prima di poter raggiungere, in ambulanza, l’ospedale di Jesi (27 km, percorrenza media 38 minuti) o Fabriano (80 km, percorrenza media comunque superiore a 1 ora)?

Per approfondimenti rimandiamo al nostro “Volantone speciale Sanità” scaricabile al link http://www.mokazine.com/read/senigalliam5s/m5s-senigallia-speciale-sanita

 

 

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