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Ancora abbattimenti e svendite del patrimonio pubblico: stavolta a Senigallia tocca all’antico Stabilimento Bagni

Ancora abbattimenti e svendite del patrimonio pubblico: stavolta a Senigallia tocca all’antico Stabilimento Bagni

di LEONARDO BADIOLI

SENIGALLIA – La sequenza sismica si annuncia per avvicinamenti. Un’ennesima gara d’asta andata deserta. Un consigliere comunale, Mauro Bedini, che consiglia di abbattere lo Stabilimento Balneare e di farci un parcheggio che tanto un parcheggio serve sempre – prima ancora che il bene immobile passi di mano a un possibile compratore. Un sindaco che subito si trova d’accordo e fa sapere – coincidenza – che ha già fatto istanza presso la Regione perché si possa abbattere. Una Serrani presidente di Provincia che – coincidenza – il terzo giorno annuncia: “Abbiamo un compratore”, senza dire chi è perché non lo sa se sono uno o tanti, tranne che sono di Jesi, e intanto chiama “rudere” costruzioni che sono sì in stato di incuria e di abbandono, ma solo per causa della trascuratezza dei loro proprietari pubblici. Tutto questo cercando di scordarsi la lezione ricevuta all’ex Italcementi-Borgo delle Torri.

Le comparse nel teatrino sono uscite tutte. Perché, se veramente Stabilimento Bagni e Palazzetto del Turismo fossero da buttare giù perché malandati, una Corte dei Conti dovrebbe far loro il conto della perdita di valore per irresponsabile trascuratezza. Invece ci fanno sapere che gli Uffici Finanziari sono disposti a ridurre il valore immobiliare  delle due costruzioni; così chi compra è più invogliato e magari paga anche meno tasse.

Ma come? Con noi cittadini sono così severi quando si tratta di IMU: ti valutano il bene immobile in base a zone e per analogia con la valutazione di beni prossimali, e ci si pagano sopra aliquote altissime.

Quale sia poi la convenienza nell’alterare un luogo che dal 1853 è stato il fulcro della vita balneare senigalliese, un edificio con giardino antistante progettato da Vincenzo Ghinelli e, pur rimaneggiato, testimone della città di Senigallia, è difficile da concepire.

Il sondaggio promosso da Quilly per l’acquisto dello Stabilimento attraverso azionariato popolare aveva riscosso un notevole successo in termini di possibile sottoscrizione.

E poi la vendita a prezzi stracciati a persone e gruppi che sanno solo loro, soprattutto senza vincolo di destinazione? Hanno mica i nostri amministratori considerato altre possibilità che non svendere per tirarci fuori quattro soldi in croce? E’ forse questa la volontà dei cittadini? E se ci fossero destinazioni di interesse più ampio e sguardo aperto verso il futuro – magari da realizzare attivando fondi europei – l’abbattimento non sarebbe per i senigalliesi un’ulteriore rinuncia a tirare su la testa dalla  tetraggine del presente? Serve proprio prendere decisioni così scompaginate a fine amministrazione e ipotecare il futuro, oppure non sarebbe meglio lasciare qualcosa di non irrimediabile a chi verrà dopo il Grande Abbattitore?

Nelle foto: l’antico Stabilimento Bagni di Senigallia – che non può essere certo considerato un rudere – con accanto l’ex Palazzetto del Turismo

 

 

 

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