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Al senigalliese Ivaldo Mencucci il Premio Magister Vitae et Artis

Al senigalliese Ivaldo Mencucci il Premio Magister Vitae et Artis

Il riconoscimento della Confartigianato di Pesaro ed Ancona gli è stato assegnato in quanto, durante la sua attività lavorativa, ha contribuito ad arredare alcuni tra i mega yacht più prestigiosi del mondo

Al senigalliese Ivaldo Mencucci il Premio Magister Vitae et Artis SENIGALLIA – Definire Ivaldo Mencucci, classe ‘55 un eccellente falegname è decisamente riduttivo. Ci si emoziona già solo a sentir raccontare la sua storia: ti mette addosso una carica che, spesso, non trovi neanche nei ragazzini.

Il tutto nasce da un premio, conferito al maestro artigiano Ivaldo, dalla Confartigianato pensionati di Pesaro ed Ancona, che ha voluto sottolineare la bravura, non solo professionale, di Mencucci, assegnandoli, unico senigalliese e tra i tre falegnami delle due province, il “Premio Magister Vitae et Artis”. Un premio che valorizza le capacità umane e professionali di chi ha speso la propria vita nel lavoro ma al tempo stesso ha sempre dimostrato la propria disponibilità verso gli altri.

Ivaldo oggi è in pensione dal 2015, dopo 47 anni di lavoro, anche se continua a lavorare nella sua bottega artigianale, dicendo che non se la sente di restare a casa a non fare nulla: “Ho ancora tante energie e voglia di aiutare gli altri, mi piace rendermi utile”.

La sua vita è una sorta di libro di avventure: ha iniziato a lavorare negli anni 70, in un mobilificio della zona, e dopo le prime avvisaglie di crisi viene licenziato: “Hanno fatto bene, perché hanno tenuto i padri di famiglia ed i più esperti” racconta Ivaldo, sottolineando come era l’etica nel mondo del lavoro di una volta. Ma da giovane, energico e volenteroso, Ivaldo non si scoraggia e subito trova impiego in un cantiere navale di Fano e da lì diventa, con il passare del tempo, un vero punto di riferimento dell’arredamento navale.

Per oltre trent’anni Ivaldo Mencucci gira con le sue valigie, cariche di attrezzi, l’Italia e non solo. Portando sempre il suo tocco professionale in prestigiosi yacht, ad esempio quelli dell’Aga Khan e di Agnelli. Ha sempre lavorato con attrezzi manuali e tutt’ora preferisce il metro al laser e, a tal proposito, ricorda come una volta avvisò in cantiere che i pezzi che gli erano stati forniti per assemblare una barca di 16 metri discostavano di quattro millimetri, rispetto alle misure reali, lasciando tutti stupiti per tanta precisione.

Ma potrebbero essere molte altre le storie da raccontare, ma Ivaldo, nella sua semplicità, preferisce sorvolare, anche sulle situazioni meno piacevoli, perché ci sono state anche quelle.

Oggi il suo grande rimpianto è quello di non avere trovato un sostituto, qualcuno che abbia avuto la voglia di imparare un mestiere così bello: “Anche quando ho chiuso l’attività ho sperato che qualcuno si facesse avanti, lo avrei affiancato volentieri, gli avrei fatto da tutor, come si dice oggi, ma non si è visto nessun ragazzo. E pensare che di lavoro ce n’è veramente tanto, e con la crisi che c’è, operare in questo settore, vorrebbe significare garantirsi uno stipendio sicuro.

“Ho visto la città riempirsi di attività, di bar, ristoranti, mentre poche sono ancora le botteghe di artigiani, forse perché lavorare con le mani non piace a tutti”.

Un uomo ed un artigiano di altri tempi, Ivaldo Mencucci, che ha ricevuto un giusto e meritato riconoscimento. E quando mostra, con orgoglio, la pergamena per la foto, a stento riusciamo a trattenere l’emozione, dopotutto essere un “Magister Vitae et Artis” non è cosa di tutti i giorni e per tutti.

 

 

 

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