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C’è la necessità di mantenere l’Utic a Senigallia per dare sicurezza alla popolazione delle valli del Misa, del Nevola e del Cesano

C’è la necessità di mantenere l’Utic a Senigallia per dare sicurezza alla popolazione delle valli del Misa, del Nevola e del Cesano

C’è la necessità di mantenere l’Utic a Senigallia per dare sicurezza alla popolazione delle valli del Misa, del Nevola e del Cesano

C’è la necessità di mantenere l’Utic a Senigallia per dare sicurezza alla popolazione delle valli del Misa, del Nevola e del Cesano

SENIGALLIA – L’Associazione Cuore di Velluto torna con un suo intervento ad approfondire gli aspetti scientifici relativi al mantenimento dell’UTIC a Senigallia, che coinvolge direttamente l’intere valli del Misa, del Nevola e del Cesano, e in fin dei conti tutta l’Area Vasta 2, comprendente anche gli Ospedali di Jesi e Fabriano. L’associazione si occupa direttamente della cura e la riabilitazione cardiovascolare insieme ad attività finalizzate al recupero psicofisico dei malati ed alla prevenzione delle complicanze.

Come deve essere la rete ospedaliera per curare il cardiopatico acuto?

Nella rete per l’emergenza cardiovascolare, l’UTIC, di qualsiasi livello, è il perno attorno al quale far ruotare l’organizzazione dell’assistenza al paziente cardiopatico acuto. L’UTIC assolve anche alla funzione di integrazione culturale che viene esercitata nella creazione dei percorsi di cura del paziente cardiopatico acuto. In base alla complessità della struttura ospedaliera di appartenenza:

  1. L’UTIC è al centro della rete interospedaliera per il trattamento delle patologie cardiovascolari acute, soprattutto delle sindromi coronariche acute, in collaborazione con le altre strutture del Dipartimento Cardiologico, con il 118, il Dipartimento di Emergenza / Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza.
  2. L’UTIC è al centro della rete intraospedaliera di trattamento del cardiopatico instabilizzato o di nuova insorgenza inizialmente ricoverato in altri reparti dell’ospedale, in collaborazione con numerosi altri specialisti: rianimatori, pneumologi, nefrologi, diabetologi, fra i primi.
  3. L’UTIC è al centro del Dipartimento Cardiovascolare, nel quale le specialità di settore abbiano ruolo di struttura complessa autonoma e che, gestendo pazienti sempre più critici e/o eseguendo procedure sempre più difficoltose e, tra le nuove, le sostituzioni valvolari aortiche nei pazienti terminali), necessitino di un reparto intensivo di osservazione temporanea.

Funzione dell’UTIC attuale è, quindi, la gestione integrata di tutte le emergenze cardiologiche, tenendo le fila di un percorso che è prevalentemente clinico e non strumentale e che parte dalla fase preospedaliera, cioè prima del ricovero.

Il Piano Sanitario Nazionale e alcuni Piani Sanitari Regionali propongono la realizzazione di reti integrate di servizi che tendono a combinare le esigenze di accessibilità alle strutture sanitarie con la qualità e l’efficienza.

Si tende, con la rete integrata dei servizi sanitari, a garantire ai cittadini equità di accesso alle prestazioni piuttosto che riprodurre la stessa dotazione di servizi nei diversi ambiti territoriali.

La rete per l’emergenza cardiologica rappresenta una risposta organizzativa, strutturale e culturale che ha l’obiettivo di fornire al cittadino-paziente, indipendentemente dal suo punto di ingresso, le stesse opportunità di presa in carico nei percorsi di diagnosi e di trattamento nella fase acuta e cronica. Per le reti integrate che comprendono servizi di alta specialità, viene proposto il modello Hub & Spoke che tradotto in italiano significa rapporto tra Mozzo e Raggi.

La teoria Hub & Spoke esprime un’idea dinamica (prima che strutturale) dell’assistenza, collegata ai gradi di complessità: quando una determinata soglia di complessità viene superata, si trasferisce la sede dell’assistenza da unità produttive periferiche a unità centrali di riferimento e viceversa.

Nelle foto: l’ingresso dell’ospedale di Senigallia e quello dell’Utic

 

 

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