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Per la Festa del Duca di Urbino si vuole a seguire il modello del Festival dei due mondi di Spoleto

Per la Festa del Duca di Urbino si vuole a seguire il modello del Festival dei due mondi di Spoleto

URBINO – Festival dei due mondi di Spoleto e Festa del Duca di Urbino. L’accostamento è stato lanciato pubblicamente da Maria Francesca Crespini pensando alle edizioni a venire. Chissà mai se si riuscirà ad arrivare a tanto visto i muri che si stanno innalzando tra istituzioni e l’Associazione che organizza la “Festa” di metà agosto tra i mattoni storici della città ducale?

<<Come cittadino nativo di Spoleto e che ha vissuto nella cittadina umbra per oltre trent’anni, trasferitosi ad Urbino per motivi legati alla sua professione – confessa Eliseo Sabatini – non posso che approvare con grande piacere il desiderio e la volontà, sia della responsabile artistica, della Festa del Duca, Francesca Crespini, sia del direttore artistico del “Teatro di Corte” all’interno della festa, Massimo Puliani, di seguire il modello del Festival dei Due Mondi di Spoleto>>.

Spoleto, naturalmente, era conosciuta anche prima del Festival per le sue chiese (San Salvatore, San Pietro ed in particolare per il Duomo, al cui interno si possono ammirare affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi). Ma, non c’è dubbio, che il Festival nato nel 1958, per iniziativa del maestro Giancarlo Menotti, compositore d’opera tra i più rappresentati al mondo, offrendo spettacoli di alto livello artistico nei settori della lirica, della prosa, del balletto, della musica da camera e sinfonica (indimenticabili i concerti di mezzogiorno al Teatro Caio Melisso), ha sicuramente fatto conoscere la città ben oltre i confini della Regione di appartenenza, rilanciandone lo sviluppo economico e turistico. Tra Giugno e Luglio, chiese sconsacrate, piazze, vie della città, si trasformano in luoghi teatrali sempre nuovi ed affascinanti, fino al magico concerto finale in piazza Duomo. <<Come giustamente afferma Puliani – ricorda Eliseo Sabatini – le proposte di spettacolo devono essere tali da attrarre un turismo di qualità ma, non elitario, e non mordi e fuggi, ma che consenta di godere per più giorni la città>>.

Sarebbe troppo lungo l’elenco delle personalità che, specialmente nei primi anni del Festival, su invito del maestro Menotti, hanno frequentato o partecipato direttamente con le loro opere al festival. Ricordo registi come Luchino Visconti ( memorabile la sua regia della Manon Lescaut ), Vittorio De Sica, Eduardo De Filippo, con l’opera “Napoli Milionaria”, attori come Vittorio Gassman, Romolo Valli, che è stato anche direttore artistico del Festival, grandi poeti come Quasimodo, Ungaretti, Ezra Pound, Pier Paolo Pasolini, Rafael Alberti, il trombettista di jazz Louis Armstrong, il direttore d’orchestra, prematuramente scomparso, Thomas Schippers. <<Concludo – rimarca Sabatini – con le parole tratte da un’intervista a Menotti, su il giornale “Spoleto Magazine” del 1998, nella quale il maestro augurava a Spoleto ed a tante altre città tra cui Urbino, sedi di grandi manifestazioni culturali, di poter lavorare nella totale indipendenza dal mondo politico: “in tanti anni, diceva, nessun Sindaco mi ha mai chiesto di che partito fossi e così ho affrontato le mie scelte in maniera del tutto libera, con la sola tirannica condizione dettata dalla situazione finanziaria”>>. (eg)

 

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