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SENIGALLIA / Dai movimenti di sinistra attestazioni di solidarietà al sindaco Mangialardi e agli altri indagati per l’alluvione del 2014

SENIGALLIA / Dai movimenti di sinistra attestazioni di solidarietà al sindaco Mangialardi e agli altri indagati per l’alluvione del 2014

SENIGALLIA / Dai movimenti di sinistra attestazioni di solidarietà al sindaco Mangialardi e agli altri indagati per l’alluvione del 2014

SENIGALLIA – La notizia che, per l’alluvione del 3 maggio 2014, ci sono i primi indagati (undici) per reati che vanno dal disastro all’omicidio colposo, all’inondazione colposa, fino all’omissione di atti d’ufficio e all’abuso d’ufficio, continua ad essere l’argomento principale delle discussioni politiche – e non solo – a Senigallia. Un dibattito aperto, avviato fin dalla serata di mercoledì quando – quasi per primi – abbiamo dato la notizia.

I nomi degli undici indagati, rimasti a lungo sconosciuti, sono emersi nella richiesta di proroga delle indagini preliminari – fino al 28 febbraio 2018 -, avanzata dalla Procura della Repubblica di Ancona e notificata, nei giorni scorsi, ad alcune parti lese.

Seppure in presenza di una richiesta di proroga delle indagini, formulata soprattutto per poter acquisire dei documenti mancanti, l’inchiesta sembra ormai giunta alla sua naturale conclusione. Tra le persone indagate dal pool di magistrati della Procura anconetana, composto da Irene Bilotta, Ruggiero Dicuonzo e Rosario Lioniello, oltre al sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi e all’ex sindaco Luana Angeloni, ci sono Flavio Brunaccioni, ex comandante dei vigili urbani e della Protezione civile di Senigallia, Gianni Roccato (responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Senigallia), Fabio Gagliardi e Massimo Sbriscia (Ambiente, Genio civile e Protezione civile della Provincia di Ancona), Mario Smargiasso e Marcello Principi (presidente e segretario dell’Autorità di bacino), Alessandro Mancinelli (ingegnere), Libero Principi (dell’Ufficio Lavori pubblici della Regione) e Roberto Renzi (dell’Ufficio Ambiente della Regione).

Come si ricorderà l’alluvione del 3 maggio 2014 causò a Senigallia danni per oltre 179 milioni di euro e vi furono anche tre vittime, di cui una direttamente riconducibile all’evento calamitoso.

Negli ultimi tempi i magistrati della Procura anconetana hanno esaminato ogni dettaglio del dossier che, nel dicembre scorso, è stato presentato, dopo lunghi e meticolosi accertamenti, dai carabinieri forestali. Una relazione circostanziata, su fatti, eventi, problemi ed ipotesi, formulata su ben 270 pagine.

I carabinieri forestali sono arrivati alla redazione del dossier dopo aver acquisito atti, fatto sopralluoghi lungo il fiume Misa, negli Enti pubblici (Comune di Senigallia, Provincia di Ancona e Regione Marche) e negli studi privati che si erano occupati della progettazione di opere lungo il fiume che attraversa la città.

Tra le principali cause dell’alluvione erano stati già ipotizzati, fin dal primo momento, anche un errato Piano di emergenza predisposto dal Comune e dalla Provincia, una gestione non corretta dell’emergenza stessa, oltre alla mancata manutenzione degli argini, ed all’utilizzo di fondi comunitari per realizzare un percorso ciclabile (PercorriMisa) anziché per la manutenzione straordinaria del fiume per l’attenuazione del rischio idrogeologico.

Ed in questi giorni la città, inevitabilmente, si è divisa tra chi accusa e chi difende soprattutto il sindaco Mangialardi e la sua Giunta.

“Siamo sorpresi e amareggiati – si legge in un intervento di Articolo 1-Mdp di Senigallia – dalle notizie apparse sulla stampa di ieri 24/8 in merito a presunti elenchi di indagati riguardo a eventuali responsabilità per l’alluvione che ha colpito Senigallia il 3/5/2014.

“Sorpresi per il metodo con il quale amministratori e funzionari pubblici “verrebbero avvisati” a mezzo stampa del fatto che si starebbe indagando su di loro, con tanto di ipotesi di reato, il tutto in spregio delle più elementari garanzie previste dal codice giuridico.

“Amareggiati  perché, come ampiamente prevedibile, un tale modo di procedere non poteva non scatenare la ressa di processi e giudizi sommari con naturalmente allegate richieste di dimissioni che sono l’emblema della lotta politica attuale.

“Conosciamo gli amministratori e molti dei funzionari i cui nomi sono apparsi quali ipotetici indagati, siamo assolutamente sicuri – si legge sempre nell’intervento di Articolo 1-Mdp di Senigallia – che hanno sempre agito, in quella come in altre occasioni, nel migliore dei modi con capacità e professionalità e nell’assoluto interesse pubblico.

“Esprimiamo perciò solidarietà al Sindaco Mangialardi e a quanti, loro malgrado – conclude la nota di Articolo 1-Mdp -, sono coinvolti in questa vicenda che, così come sta venendo avanti, non fa altro che aumentare la sfiducia nelle istituzioni”.

Ed anche “La Città Futura segue con attenzione l’evolversi delle indagini che la Procura della Repubblica sta svolgendo in merito alla presenza di ipotesi di reato nella drammatica vicenda dell’alluvione del maggio del 2014”.

“Indagini doverose, nel rispetto delle vittime e dei danneggiati. Indagini – si legge sempre nel documento – che devono essere condotte nel rispetto delle regole del nostro ordinamento giuridico, a tutela della dignità e dell’onorabilità degli indagati.

“Tutto ciò tuttavia non offuscherà, nella nostra visione e memoria, il grande lavoro fatto dagli amministratori pubblici comunali insieme ai tanti volontari (singoli e associati), che hanno realizzato la pulizia della città, la veloce ripresa delle attività legate al contesto economico e turistico, la gestione trasparente e virtuosa dei soldi raccolti dalle donazioni liberali e dei fondi ottenuti dal Governo centrale (in questo caso in modo efficace e in poco tempo, raro caso nel panorama di questo Paese, dove le vittime di tragedie simili vengono subito dimenticare e metabolizzate).

“Nel frattempo che seguiremo la procedura giurisdizionale penale, rispetto alla quale tireremo le conclusioni con l’emissione della sentenza di terzo grado passata in giudicato – si legge sempre nel documento de La Città Futura -, ci opporremo a qualsiasi forma di strumentalizzazione mediatica e politica finalizzata a utilizzare questa situazione per scopi di parte, partitici e personalistici, contro l’attuale amministrazione comunale e contro gli ultimi venti anni di buongoverno della città, a cui abbiamo partecipato con grande forza ed entusiasmo e che hanno cambiato il volto di Senigallia, trasformandola nella bella città, riconosciuta da tutti, leader del turismo regionale, inclusiva e accogliente.

“Da questo punto di vista auspichiamo che la Magistratura – conclude La Città Futura Senigallia – compia il proprio dovere senza prestare il fianco a penose strumentalizzazioni e vigileremo – denunciando pubblicamente – quanti, a vario titolo, utilizzeranno tale vicenda come rivincita per tornaconto e visibilità personale”.

 

 

 

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