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Ermanno Torrico: “A Urbino colpisce la divisione del gruppo consiliare del Pd”

Ermanno Torrico: “A Urbino colpisce la divisione del gruppo consiliare del Pd”

URBINO – <<Lo stato confusionale del Pd urbinate è sotto gli  occhi di tutti. Il re è nudo e il flop della nuova versione della festa democratica, almeno in città, dovrebbe far riflettere>>. Apre così le danze degli ultimissimi avvenimenti nella casa della politica urbinate, la voce dell’Ermanno Torrico del Pci locale. <<La scelta dell’Aventino – rimarca Torrico – è giusta e corretto l’appello agli organi tutori, ma ridurlo (ogni riferimento allo storico Aventino del 1924 è puramente casuale), alla sola protesta morale, senza obiettivi politici e il coinvolgimento della pubblica opinione, rischia di diventare logorante e inutile. Colpisce la divisione del gruppo consiliare del Pd con il capogruppo Sestili che non ha partecipato al Consiglio del 31 luglio, affidando a una lettera aperta il motivo della sua decisione, per la perdurante arroganza e insensibilità istituzionale del  sindaco e del presidente Foschi, della Giunta e dei consiglieri di maggioranza, nessuno dei quali ha sentito il bisogno di esprimere solidarietà, o almeno rammarico per quanto accaduto, ai consiglieri della minoranza offesi dall’irritabile turpiloquio di Sgarbi nell’ormai famosa seduta del 29 maggio>>.

Ma la coerenza di Sestili non è stata condivisa dall’intero gruppo consiliare: Scaramucci, Fedrigucci e Calcagnini  erano presenti in aula, mentre Muci era in ferie. Scaramucci ha spiegato che la presenza dei consiglieri Pd era dovuta al senso di responsabilità per l’importanza dei problemi all’odg del Consiglio.

<<Motivazione ovvia, ma un Aventino non si può fare a singhiozzo in rapporto alla maggiore o minore importanza dei temi in discussione>>. Oltre a Sestili erano assenti gli aventiniani Forti del M5S e Magnanelli  di CUT. <<Le dichiarazioni di Scaramucci hanno resa più profonda la frattura sulla conduzione dell’Aventino interna al suo gruppo e quella, già nei fatti, con il M5S e  CUT. La sua conclusione, a seguire, è sconcertante: l’assenza delle minoranze è negativa e non sa dire  “se torneranno e per quanto lo faranno” [l’Aventino ndr].  Siccome al peggio non c’è mai fine, Fedrigucci ha lanciato un “volemose bene”, e un appello al dialogo rassicurando che “ricominceremo la nostra opposizione costruttiva”. Se questo non è politicamente masochistico, cos’è allora il masochismo?>>.

La risposta del sindaco è stata di ritenere “gravissimo” il comportamento dei consiglieri assenti che mancano di rispetto nei confronti dei cittadini che rappresentano. <<Proprio lui che non ha difeso l’onore  dei consiglieri insultati da Sgarbi e dell’istituzione che rappresenta! Siamo alle comiche, ma il piatto glielo hanno servito i consiglieri del Pd che, dopo queste parole, avrebbero dovuto abbandonare la seduta, invece di rimanere lì a subire le provocazioni arroganti e fuori contesto di un sindaco che ormai ogni volta che apre la bocca  pare che scolpisca nel marmo: autoritario padrone di un Comune ridotto a S.p.a.>>.

Si può, credo, a questo punto, prendere atto, salvo smentite, che l’unità dell’Aventino, già messa in crisi dalla polemica del M5S nei confronti del Pd per avere presenziato con Muci e Fedrigucci ai festeggiamenti per il conferimento della cittadinanza onoraria al presidente della Benelli Armi, Moretti, non esiste più come l’accordo di proseguire l’Aventino fino a settembre.

<<Intendiamoci. Gestire un Aventino sine die, in assenza di una decisione dirompente come le dimissioni in blocco  dei consiglieri dell’opposizione e/o la costituzione di un anti-Consiglio e di una  Giunta-ombra, sarebbe non solo controproducente, ma inutile. Le proposte di cui sopra sono solo l’estrema ratio di fronte ai vulnus istituzionali provocati dal comportamento di Sgarbi, del sindaco e del presidente Foschi, ma andrebbero valutate seriamente se si volesse mettere in difficoltà Gambini e Foschi e richiamare sul caso l’attenzione delle competenti autorità tutorie e della politica. Ripeto: è da evitare una presenza a singhiozzo alle sedute del Consiglio perché non risulterebbe facile farsi capire dai cittadini e spiegare loro perché a un Consiglio sarebbe doveroso partecipare e a un altro invece no. Delle due l’una: o un rientro secondo tempi e modalità concordati con tutte le opposizioni, ricompattandole o le drastiche decisioni di cui sopra seguite da un appello ai cittadini e da  discussioni parallele sui punti all’ odg del Consiglio comunale>>.

A meno di due anni dalle elezioni? <<Sarebbe un esercizio di democrazia e di partecipazione e di ricerca e costruzione non solo di un progetto e di un programma, ma anche della formazione di una rinnovata classe dirigente pronta ad assumersi la responsabilità di amministrare una città sempre più in caduta libera sulla progettazione turistico-culturale, e la situazione economico-commerciale e demografica. Parole in libertà? Forse. Ma ragionare in politica non danneggia nessuno anche se non è propriamente una scienza esatta nel senso che molte  possono essere le variabili>>. (Intervista raccolta da  e. g.)

 

 

 

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