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“Il gioco del pallone col bracciale, una storica pratica sportiva che a Mondolfo va tutelata”

“Il gioco del pallone col bracciale, una storica pratica sportiva che a Mondolfo va tutelata”

Roberto Bernacchia: “Sono ben altri i disagi che, come abitanti del centro storico, dobbiamo sopportare: l’incuria, l’abbandono di strutture (lo stesso muro dello sferisterio) e di strade, i servizi carenti”

di ROBERTO BERNACCHIA*

MONDOLFO – Il Corriere Adriatico ha pubblicato nel numero del 1° luglio, nella pagina della Valcesano, un servizio sulle proteste dei “residenti” del centro storico di Mondolfo contro la pratica sportiva del gioco del pallone col bracciale.

Ma quali residenti? I Mondolfesi sanno bene che si tratta di una sola persona (dicesi 1) che da tempo protesta e, pare, ultimamente abbia presentato esposti e denunce contro i giocatori e forse anche contro gli amministratori che permettono lo svolgimento di partite e allenamenti nello sferisterio di Mondolfo.

Non vorrei che si ripetessero le fandonie di qualche anno fa, quando il sindaco Cavallo mandò via dei ragazzini che giocavano al bracciale a causa della protesta, si diceva, dei commercianti di Mondolfo (in realtà due persone di numero), provocando con questo atto lo scioglimento di un settore giovanile del bracciale che faceva ben sperare nella sopravvivenza di tale disciplina a Mondolfo.

Perciò condivido pienamente, come abitante del centro storico e come residente della zona a ridosso dello sferisterio, i giudizi e le considerazioni espressi sul giornale da Gianluca Di Sante, presidente dell’Associazione Amici del pallone col bracciale, e di Luca Sorcinelli, giocatore e delegato regionale.

Certo, questo sport qualche disagio lo provoca tra i residenti durante partite e allenamenti, disagi che tuttavia noi sopportiamo più che volentieri, perché ci fanno capire che Mondolfo è ancora viva, che è viva la cultura e la tradizione di questo sport. E poi, detto con molto realismo e serenità, le nostre finestre sono al sicuro e, d’altra parte, gli Amici del pallone si sono sempre dimostrati persone civili e responsabili: tutte le volte che hanno provocato dei danni, peraltro lievi, siamo stati sempre risarciti. Pertanto i “disagi” non sono tali da giustificare esposti e denunce, sempre che non si perda il senso del ridicolo e che si esca dal guscio del proprio individualismo.

Ben altri sarebbero, in realtà, i disagi che, come abitanti del centro storico, dobbiamo sopportare: l’incuria, l’abbandono di strutture (lo stesso muro dello sferisterio) e di strade, i servizi carenti, scarsa attenzione alle proposte e alle proteste più che giustificate, in questo caso, dei cittadini. Se per questa “tempesta in un bicchier d’acqua” si fa oggi un discreto rumore, alla richiesta di alcuni cittadini del centro, con raccolta con alcune centinaia di firme, non è stata data alcuna risposta qualche anno fa, né siamo finiti sui giornali. Questa diversità di trattamento induce ad un certo pessimismo riguardo alla salute della democrazia e alla possibilità di forme di dialogo civile di contribuire alla soluzione dei problemi della comunità.

*Componente del Comitato Cittadino Mondolfese

 

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