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Sindacati preoccupati per il futuro del personale di Nuova Banca Marche

Sindacati preoccupati per il futuro del personale di Nuova Banca Marche

JESI – La FABI di Nuova Banca Marche ha inviato in data odierna una Lettera Aperta al Presidente della Regione Marche ed ai Sindaci di Macerata e Pesaro, che ha già avuto modo di incontrare, rinnovando il suo invito a rappresentare ad UBI le aspettative e le preoccupazioni dei Lavoratori delle Banche del Gruppo in vista della prossima integrazione. Un analogo incontro è stato, peraltro, già richiesto al Primo Cittadino di Jesi, Massimo Bacci appena rieletto.

Insieme alle altre organizzazioni sindacali è già stato avviato un confronto con l’acquirente nel corso della trattativa conclusasi il 7 aprile scorso, che ha trovato un importante riscontro nella Lettera che il CEO di UBI Victor Massiah ha inviato ai Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali FABI, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Unisin.

In tale lettera è stata riconosciuta l’importanza per UBI sia del fattore umano, sia della “territorialità”.

In riferimento al nuovo Piano Industriale, modificato a seguito dell’acquisizione delle 3 Bridge Banks, la FABI, ha già avuto modo, peraltro, di esprimere le sue “perplessità”, denunciando una impostazione a dir poco “miope” di un progetto che intende migliorare il conto economico e gli indici di bilancio solo attraverso una operazione di sottrazione sui costi, senza porsi minimamente il problema di come poter recuperare le rilevanti quote di mercato perse nell’ultimo periodo dalla Banca in tutte le aree di business.

Al Presidente ed ai Sindaci è stato chiesto di sollecitare, dunque, UBI in merito al modello organizzativo che intende sviluppare sul Territorio.

In un Piano, il cui focus è posto pressoché totalmente sulla quantificazione di 1569 esuberi, la chiusura di 140 Filiali e la riduzione dei costi operativi del 35%, secondo la FABI sarà necessario:

L’allargamento dell’area di competenza della MAT (Macro Area Territoriale) di Jesi, anche alle Filiali site nelle provincie di Rimini e Perugia;

Una più approfondita riflessione e scelte meditate rispetto alla razionalizzazione della Rete delle Filiali, a partire da quelle a servizio delle Comunità colpite dai recenti eventi sismici;

La garanzia della presenza di un numero adeguato di Direzioni Territoriali prevedendone in Regione almeno 7 (2 in Provincia di Pesaro, 2 in provincia di Ancona e 3 tra Macerata ed Ascoli);

La conferma, in aggiunta alla MAT di Jesi, degli attuali presidi territoriali di Macerata e Pesaro, per i quali occorrerà trovare nuove lavorazioni che potrebbero essere ivi svolte a beneficio di tutto o parte del Gruppo Bancario;

L’esclusione di qualsivoglia esternalizzazione di lavorazioni (e conseguentemente di Lavoratori) dall’Area Contrattuale del Credito: tale scelta aprirebbe, infatti, per gli stessi Lavoratori scenari più preoccupanti, esponendoli in maniera pesante alle negative conseguenze di eventuali future crisi (SEBA docet).

Dopo gli Accordi che porranno 700 Dipendenti fuori dal mondo del Lavoro, dopo la mancata conferma di circa 200 giovani precari, dopo il draconiano contenimento dei costi attraverso significative riduzioni del salario, dopo che, con i recenti Accordi, il numero dei Contratti a Part-Time è destinato a raggiungere la ragguardevole cifra di 600 unità, dopo le già concordate 40.000 Giornate di Solidarietà, la FABI ritiene che la condizione per procedere ad ulteriori sacrifici sia quella di condividere un progetto di vero sviluppo della Banca sul Territorio, che le consenta di svolgere al meglio nei confronti di tutte le nostre Comunità quel ruolo che da sempre Banca Marche e, prima di lei, le nostre Casse di Risparmio hanno sempre garantito.

Si tratta, dunque, di fare insieme (Sindacato, Associazioni di Categoria, Istituzioni Locali) questa decisiva battaglia.

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