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Fusione tra le Bcc di Pergola e Corinaldo: prende vita la terza banca di credito cooperativo delle Marche

Fusione tra le Bcc di Pergola e Corinaldo: prende vita la terza banca di credito cooperativo delle Marche

Fusione tra le Bcc di Pergola e Corinaldo: prende vita la terza banca di credito cooperativo delle MarcheCORINALDO – La Legge 49/2016 ha riformato il sistema del Credito Cooperativo italiano, disegnandone un nuovo assetto organizzativo. Con l’obiettivo di una maggiore integrazione a sistema delle oltre 300 Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen (Bcc) per rispondere in maniera adeguata ai nuovi contesti di mercato ed alle sollecitazioni normative collegate all’entrata in vigore dell’Unione Bancaria.
Con la riforma è quindi iniziato per le Banche di Credito Cooperativo un importante percorso di cambiamento, che permetterà di disegnare un modello organizzativo nuovo ed originale, capace di unire cultura locale a respiro europeo. Perché continuino ad essere, le Bcc, banche autonome, cooperative, locali, ma inserite in un sistema più coeso ed efficiente. Banche di comunità che hanno a cuore le sorti dei territori di cui sono, e continueranno ad essere, un’espressione diretta.
Negli ultimi anni si è assistito a numerose aggregazioni, fenomeno esteso all’intero sistema Bcc. La fusione è infatti l’occasione per recuperare efficienza attraverso la revisione dei processi organizzativi e la razionalizzazione della rete territoriale.
Ed anche nelle Marche si va avanti con questo importante percorso di cambiamento. Nei giorni scorsi, nella sala convegni della Banca di Credito Cooperativo di Corinaldo è stato presentato il progetto di fusione tra la Bcc di Pergola e la Bcc di Corinaldo.
La Banca di Credito Cooperativo di Pergola e Corinaldo avrà 15 filiali, oltre 26.000 clienti, più di 5.000 soci e 116 dipendenti. “Un progetto sfidante – ha affermato Felice Saccinto, presidente della Bcc di Corinaldo – perché la riforma sta cambiando il mondo del credito cooperativo e volevamo creare opportunità reali per i nostri territori, soprattutto perché non ci sono sovrapposizioni tra le nostre due aree di competenza attuali. Insieme diventeremo la terza Bcc delle Marche. C’è una naturale preoccupazione legata al cambiamento, ma avremo modo di spiegare ai nostri soci che garantiremo la continuità delle attività con la stessa attenzione di sempre”.
“Del resto è la relazione con i nostri soci e clienti a fare la differenza – ha invece affermato Claudio Rovelli, neo presidente della Bcc di Pergola – siamo una banca di territorio, e in tutti questi anni non abbiamo fatto solo numeri: abbiamo ascoltato le persone, cercato di sostenere le comunità locali e favorire concretamente lo sviluppo delle nostre zone. Anche nell’elaborare i conti prospettici del progetto industriale, abbiamo visto che, grazie alla maggior efficienza, riusciremo ad aumentare del 50% le risorse da destinare alla mutualità per interventi straordinari in aggiunta a quelli che già facciamo”.
“Questa fusione porterà vantaggi soprattutto in termini di efficienza – ha invece detto Mauro Tarsi, Direttore Generale della Bcc di Corinaldo -, grazie alle importanti economie di scala che riusciremo a fare, liberando risorse utili alla crescita del personale ed altri possibili investimenti sul fronte tecnologico”.
Il piano industriale è stato inviato alla Banca d’Italia all’inizio di giugno, ma all’interno delle due banche sono già stati avviati dei gruppi di lavoro per favorire il naturale percorso di condivisione e integrazione.
“Sono le persone il vero motore di questo progetto di fusione”, ha affermato Mario Montesi, Direttore Generale della Bcc di Pergola alla fine dell’incontro. “Crediamo nel valore della squadra e nella capacità di ogni dipendente di diventare un moltiplicatore di buone idee e spunti, per migliorare ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Con la fusione potremo presidiare ancora meglio la rete e quindi potenziare l’attività di consulenza. I numeri di oggi, sulla carta, ci dicono che questo è un buon progetto: ma abbiamo bisogno del lavoro di tutti per renderlo possibile e abbiamo voluto incontrare tutti i dipendenti per chiedere loro di diventare interpreti di questo cambiamento. Questo progetto di fusione non è una necessità o una scelta obbligata: è un’opportunità per le nostre due banche, perché vogliamo costruire una banca solida che sia solida nel tempo”.

 

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