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Con Edmo Leopoldi scompare un altro testimone della storia di Senigallia

Con Edmo Leopoldi scompare un altro testimone della storia di Senigallia

Con Edmo Leopoldi scompare un altro testimone della storia di Senigallia

SENIGALLIA – Con Edmo Leopoldi, scomparso a 85 anni, se ne va un altro pezzo di Senigallia. Un attento testimone di quella città vera che, purtroppo, rischia di scomparire.

Edmo Leopoldi – che ha gestito per tanti anni il negozio di Corso Due Giugno – per tutti era “il fotografo”. Perché Edmo, macchina fotografica al collo, ha seguito tutte le manifestazioni che si sono svolte in città negli ultimi settant’anni. Collaboratore storico del Corriere Adriatico, ha firmato con le sue immagini il bello ed il brutto della città.

Le condizioni di salute di Edmo Leopoldi si sono aggravate due settimane fa ed è morto in ospedale. Lascia tre figli: Amleto, Francesco e Laura e gli amati nipoti.

“Con Edmo Lepoldi – afferma il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi – scompare un prezioso testimone dei fatti e degli eventi della nostra città. Con le sue fotografie ne ha per lungo tempo catturato i momenti salienti, tanto che nel suo archivio è possibile rinvenire la memoria di tantissimi avvenimenti istituzionali, civili e sociali. Foto che ci teneva a esporre nella  bacheca del suo negozio in corso 2 giugno, insieme a interessanti e rare foto dei primi decenni del secolo scorso. Giustamente la sua attività di fotografo è  stata riconosciuta con significativi riconoscimenti, come quello ricevuto nel 2010 nell’ambito di “Io – fotoreporter” per i “settant’anni di attività fotografica. Alla sua famiglia le condoglianze dell’Amministrazione comunale e della città tutta”.

Con Edmo Leopoldi scompare un altro testimone della storia di Senigallia“Per esprimere la forte commozione dei fotografi senigalliesi alla notizia della scomparsa di Edmo Leopoldi “tutti insieme al Musinf, dove  lo avevamo festeggiato con uno dei Premi Senigallia-Io Fotoreporter” per la sua carriera – afferma il professor Carlo Emanuele Bugatti, direttore  del Musinf –  abbiamo deciso di  affidare la redazione di una nota di ricordo alle parole e all’affettuosa  memoria di Lorenzo Cicconi Massi, che proprio nello studio di Edmo Leopoldi ha compiuto le prime esperienze di settore”.

Ecco quanto scrive Lorenzo Cicconi Massi: “Edmo è tornato nel cielo da dove scattava le fotografie della sua amata Senigallia. Ha raggiunto sua moglie Emma, con cui ha condiviso decine di anni dentro Foto Leopoldi. In quella bottega ci passava Mario Giacomelli, che gli ordinava i rulli e poi se li faceva sviluppare, una volta impressi della sua magia. Si fermava l’avv. Ferruccio Ferroni a raccontare con dovizia di particolari gli esperimenti sugli ultimi scatti. E poi Augusto Schiavoni, scultore e uomo d’arte, e con lui tanti altri amici che sarebbe difficile ricordare.

Edmo era di poche parole, ma sapeva ascoltare e nelle chiacchiere in negozio usciva con battute fulminanti e ironiche tipiche dell’uomo che ha passato una vita ad osservare i modi, le stranezze e le manie della gente. La macchina fotografica come strumento per conoscere e indagare non solo la realtà, ma l’anima delle persone.

Poi c’eravamo noi, i compagni dei figli, Amleto e Francesco, quelli per cui può sembrare stucchevole parlare di Edmo come di una persona buona; e allora lo ricorderò solo come infinitamente paziente, quando gli stavano tutto il giorno fra i piedi ad armeggiare con la telecamera, a smontare e rimontare i fari, strumenti della sua attrezzatura, per i nostri improvvisati set di riprese. Quando gli chiedevamo in prestito un po’ di carta per stampare nella sua camera oscura, consapevoli tutti che non gliela avremmo più restituita, dopo aver fulminato un buon numero di lampade dell’ingranditore.

Di guai ne abbiamo sempre combinati tanti: un giorno sul tetto di casa, avventurosa location per una scena di guerra, abbiamo divelto un intero comignolo, precipitato nella tromba delle scale, dopo aver sfondato una copertura in plexiglas.  Tanti danni e tanto spavento. Chiunque avrebbe reagito cacciandoci per sempre, stanco del nostro “cinema”. Edmo si limitò ad urlare qualche parolaccia ed aggiunse: “che giochi fate? Possibile che fate ancora ‘sti giochi ? ”  Avevamo 17 anni e dopo qualche giorno ci ripresentammo in negozio con gli occhi bassi. Nel suo fare finta di niente, nella sua incapacità di rimproverarci, venne fuori la sua anima buona, infinitamente paziente, di chi non aveva dimenticato di essere stato giovane come noi.

Con Edmo Leopoldi scompare un altro testimone della storia di SenigalliaEdmo è una vita di lavoro, una vita di fotografie, una vita di sguardi.

Uno sterminato archivio di rullini negli anni di Villa Sorriso, nelle serate che hanno segnato un’intera generazione. E poi gli eventi, i matrimoni, le manifestazioni pubbliche, tutto quello che un professionista deve fare. Infine ci sono gli scatti dall’alto della città. Quelli che per anni ci hanno regalato una prospettiva nuova, inusuale e fantastica. Quelli che erano oggetto di discussione con Mario Giacomelli. Qualche settima fa mi ha detto che era contento di affidare il suo archivio ad una istituzione museale come il  Musinf, con la speranza che la futura catalogazione e archiviazione lo avrebbe preservato dalla dispersione.

Quelle foto non sono solo il lavoro di una vita ma una testimonianza preziosa della storia della nostra terra e di tutti noi.

Un lavoro che idealmente potrà proseguire all’infinito; ora, meglio di prima, che non avrà più bisogno dell’aereo per scattare le sue splendide foto dal cielo. Buon viaggio Edmo”.

I funerali di Edmo Leopoldi si terranno giovedì 22 giugno, alle ore 16, nella chiesa di San Martino.

Nella foto, sotto il titolo, Edmo Leopoldi insieme all’amata moglie Emma, scomparsa nel 2015; subito sotto la consegna del Premio Senigallia-Io Fotoreporter alla carriera

 

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