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“Trecastelli vuole diventare una città, ma forse si sta esagerando…”

“Trecastelli vuole diventare una città, ma forse si sta esagerando…”

di ELENA MORBIDELLI

TRECASTELLI – Città di Trecastelli, e sì avete letto bene, è così che lo si vuole chiamare ora questo nuovo comune. Vabbé la fusione, ma ora secondo me stiamo proprio esagerando. Questa nuova realtà presente ancora solo sulla carta in quanto manca completamente di quello spirito di coesione che caratterizza una comunità, ora cambia nuovamente volto e da paese qual era vuole diventare una città. Sembrerebbe quasi di trovarsi davanti ad una città del libro di Italo Calvino come Isidora o Isaura e invece ciò è quanto stiamo vivendo noi cittadini di Trecastelli, è quindi realtà e non immaginazione. Con una delibera e con tanto di relazione è stato chiesto al Ministero degli Interni di fare da portavoce nella presentazione di questa domanda al Presidente della Repubblica che è l’autorità che dovrebbe insignire Trecastelli di questo nuovo titolo.

Tale atto è giustificato, almeno così ha riferito il Sindaco in consiglio comunale, dalla volontà di dare maggiore visibilità a quello che fino a ieri era un paese, anzi per la verità tre. Ma è realmente in questa maniera che si può dare maggiore visibilità ad un ente? O è forse più opportuno creare un paese in cui si possa vivere meglio, in cui la vita sia realmente a portata del cittadino, con più servizi e con più partecipazione? Preciso che questo titolo non comporta assolutamente nessun riconoscimento economico, solo una diversa dicitura sulla carta intestata. Ma può avere ripercussioni sulla propria identità?

Se si procede alla lettura della relazione allegata a tale domanda si rimane ancor più esterrefatti. In senso amministrativo il titolo di città spetta ai comuni in virtù della propria importanza, o per ricordi o monumenti storici presenti. Quindi ho iniziato a guardarmi in giro e a interrogarmi su quanto di bello e importante ci possa essere a Trecastelli e me ne sono venute in mente di cose… tantissime per la verità. Ma quanto scritto nella relazione è tutt’altro. Non c’è nulla delle reali caratteristiche dei tre ex comuni. Si fa riferimento principalmente al risparmio economico che ha comportato la fusione con uno sciorinare di cifre che spaventa e poi si menziona dulcis in fundo il famigerato Museo Nori de Nobili e solo quello.

Cosa si menziona quindi della bellezza del borgo di Monterado, delle Terre di Frattula, di quello che un tempo era il “paese dei mestieri”, della storia dei tre ex comuni? Un bel niente. Come se queste cose non esistessero più o meglio come se non fossero importanti per questa nuova realtà che è stata costruita.

Inoltre nella premessa della delibera si parla di richiedere la concessione del titolo di città “anche allo scopo di rafforzare il senso civico della nuova comunità di Trecastelli e per costruire con la consapevolezza del passato il futuro del nuovo Ente”. Io questa cosa non riesco proprio a capirla… come si può avere consapevolezza del proprio passato se si muta completamente la propria identità trasformando quello che era paese in una città?

Sembrerebbe quasi che i nostri amministratori si vergognino di questo termine, e quindi in qualche modo delle nostre origini. Lo stesso Sindaco in Consiglio ha proprio affermato che in questo modo, oltre a dare una nuova veste amministrativa, si dà a Trecastelli anche una nuova immagine. Però forse ci si dimentica che non è cambiato nulla per gli abitanti di Trecastelli: ci sono le stesse case, stesse vie e stesse persone che c’erano prima e forse un comune meno vicino alle reali esigenze dei suoi cittadini.

Vivere in un paese rappresenta una delle poche cose che ancora fanno bene; il paese rappresenta quanto di più genuino possa esserci: aria pulita, vita meno frenetica, più rapporti sociali tra le persone. Negli ultimi anni si parla di “Paesologia” proprio per rendere visibili questi pregi del vivere in un paese, cose belle che spesso vanno dimenticate in primis da chi vi abita; si tende a vederne solo i difetti. Ma è così brutto vivere in un paese, che si vuole cambiare pure questa unica identità che ancora a Trecastelli ha? Io spero vivamente di no.

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