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A Fermignano la presentazione del volume “Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone”

A Fermignano la presentazione del volume “Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone”

A Fermignano la presentazione del volume “Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone”

A Fermignano la presentazione del volume “Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone”FERMIGNANO – Giovedì sera, alle ore 21, alla sala Monteverdi, a Fermignano, il “Centro Studi Mazzini” organizza la presentazione del volume “Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone” e un’ipotesi per gli affreschi dell’Oratorio di San Giovanni di Urbino di Antonio Conti il quale ha al suo attivo tanti saggi dati alle stampe nonché diversi altri on line.

Il volume, sua prima monografia già presentato a Urbino e a Gubbio, indaga sulla famiglia Accomanducci originaria del castello di Monte Falcone nei pressi di Acqualagna: i suoi appartenenti erano legati ai signori di Urbino e furono insigniti conti del castello di Petroia nel territorio di Gubbio. Antonio Conti rende nota la sua ricerca araldica e storica della famiglia illustrando l’ipotesi che negli affreschi datati 1416 dei fratelli Salimbeni dell’oratorio di san Giovanni Battista di Urbino siano raffigurati rappresentanti della famiglia con il falco, simbolo araldico della casata. Con l’iniziativa del 18 maggio il “Centro Studi Mazzini”, in accordo con l’autore, intende mettere in particolare evidenza il rapporto della nobile famiglia con Fermignano proprio nel momento in cui il Conte Antonio da Montefeltro faceva costruirne l’abitato a fine Trecento sotto la supervisione di Matteo Accomanducci al quale non fu estranea la costruzione della chiesa dei santi Pietro a Paolo di cui ebbe il patronato.

La famiglia, la cui storia si intreccia con quella dei Bonaventura che possedevano Mont’Elce, aveva possedimenti anche nella villa di Monte Asdrualdo: altre notizie che la collegano con Fermignano verranno presentate durante la serata. Antonio Conti è ricercatore di araldica, si è occupato prevalentemente di araldica signorile: dai Montefeltro agli Oliva, dai Brancaleoni agli Sforza e ai Della Rovere, nonché di araldica civica. È collaboratore della rivista “Nobiltà” dell’Istituto araldico Genealogico Italiano e collabora con la cattedra di Archeologia medievale dell’Università Carlo Bo di Urbino, con saggi per la collana ArcheoMed. Ha pubblicato diversi articoli sulle riviste: «Nobiltà», «Studi Montefeltrani», «Pesaro città e contà», «Studi Pesaresi», «Accademia Raffaello. Atti e Studi». (eg)

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