AREA METAUROCULTURA

La lezione del mare di Nino Finauri: confessioni, venture e sventure di uno skipper fortunato

La lezione del mare di Nino Finauri:  confessioni, venture e sventure di uno skipper fortunato

Il libro verrà presentato sabato 1 aprile, alle ore 17.30, presso la Memo di Fano, in piazza Pier Maria Amiani

La lezione del mare di Nino Finauri:  confessioni, venture e sventure di uno skipper fortunato

La lezione del mare di Nino Finauri:  confessioni, venture e sventure di uno skipper fortunatoFANO – La lezione del mare è il titolo del libro non di un libro. Edizioni Aras, novità marzo 2017, collana: “Le valigie di Chatwin”. Non è l’intestazione del carteggio di una dispensa sul perfetto skipper o sul mare come ricettacolo di tutto e di più. Ultimamente anche di uomini alla ricerca di una nuova frontiera dove fischia la libertà di emozionarsi con poco. “Come è profondo il mare… Frattanto i pesci dai quali discendiamo tutti assistettero curiosi al dramma collettivo di questo mondo che a loro indubbiamente doveva sembrar cattivo e cominciarono a pensare nel loro grande mare. Com’è profondo il mare…” cantava il compianto Lucio Dalla.

Il libro verrà presentato sabato 1 aprile (la data, credeteci, è la ricerca di una piccola ma “bella” amplificazione dell’autore), alle ore 17.30, presso la Memo di Fano, in piazza Pier Maria Amiani. L’autore? Nome vero e nome d’arte: Nino Finauri. Qua ci potremmo già fermare. Poi, contrariamente, ci lasciamo prendere la mano.

<<Ma quante stagioni ha Nino Finauri?>>. Ce lo siamo chiesti anno dopo anno. La passione per mare, montagna, musica, fotografia e vari contrattempi e contrappunti e sport. Ha fatto l’animatore, forse il fornaio. Il giardiniere e il potatore. Lo scrittore di testi. Ha praticato l’enduro. Il muratore e il design. Il misuratore dei sogni. Si è laureato in filosofia e, qualche tempo dopo, in lettere moderne. Ha conseguito l’abilitazione alla docenza di storia dell’arte. Anche “la patente nautica a vela senza limiti”. Medita. Ha creato dal nulla “il Concerto dell’Alba Dorata” con numerosissimi estimatori della magia del tempo e degli spazi a vagare tra le ombre della notte.

E’ direttore artistico, con l’amico – fratello Paolo Frigerio, del festival “Ville e Castella” dove meticolosamente sceglie luoghi conosciuti/sconosciuti e millanta artisti e conferenzieri. Vive in campagna a Ca’ Priola (attaccato si legge capriola ed è tutto un dire), partecipa quando può alle mietiture in lungo e in largo. Insegna al Liceo “Raffaello” di Urbino e, ci dicono ma non ce n’era bisogno, “continua a prendere il mare ogni volta che può”. Mauro Bozzetti, autore della prefazione, scrive che Nino, in mare, essendo “un marinaio premuroso, difficilmente riesce a godersi più di due, tre ore di sonno consecutive’. Ci crediamo perché chi dorme non piglia i pesci e Nino sarebbe capace anche di pescare mentre “barra a dritta” o “mette fuori il tangone” (da non confondere con una speciale milonga argentina). Pescare con le mani o con la canna e l’esca. Indifferentemente.

Ma quante cose fa Nino? Il suo giorno quanto dura? E’ umano oppure un “E.T.” in carne e ossa venuto chissà da quale corpo celeste? Mette anche lattine e lattine di olio di semi al posto del gasolio. La sua auto, una “corriera stravagante” (The Wayward Bus, Steinbeck docet), sembra una friggitrice gigante mentre le nostre inquinano l’aria e l’africo o il garbino che dirsi voglia. Ecco la creatività di una persona, come dice Frédérique, che “si reinventa” non certo ogni morte di papa ma ogni millesimo di secondo. Crediamo di essere uno dei mille aver letto in anteprima i suoi racconti di mare. Veri e propri diari e resoconti che solo “un capitano, mio capitano Achab” poteva descrivere così profondamente come se li stesse rivivendo per la seconda volta con l’anima non distaccata dal corpo. Faccio un elenco: “Alma libre”, “Altezze e orizzonti”, “Croazia 2014”, “Grecia 2015 – Animali”, “Grecia 2015 – Temporali”, “Grecia 2016”, “Regata con finale a sorpresa” e “Regata Conero 2015”. Nel mare si fanno strani incontri perché mare e letteratura (ho detto letteratura) sono inseparabili. Questo è un libro in cui navigare in piena libertà affabula la “bella” passione del nostro Nino – non – certo – segreto che, attenzione, sa trasformare il mare in un rifugio e nello specchio di sentimenti immensi. Nino è un novello Foucault in cui “il mare è un luogo fuori da ogni luogo, in cui tutti gli altri spazi sono, al contempo, rappresentati, contestati e rovesciati”.

A noi piace disegnarlo così: <<Nino continuerà fino a quanto sarà lungo il sempre a seminare avventure per mare senza mai mettere radici>> perché Nino non è uno ma anche più di “trino”. Lui è dappertutto: pressochè immortale e ogni mattina (senti questa Nino!) ha appuntamento con la “bellezza” del mondo. (eg)

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it