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CASTELLEONE DI SUASA / Per il restauro della chiesa di San Francesco si spera nei benefici dell’Art Bonus

CASTELLEONE DI SUASA / Per il restauro della chiesa di San Francesco si spera nei benefici dell’Art Bonus

CASTELLEONE DI SUASA – L’Amministrazione comunale di Castelleone di Suasa spera ancora nei benefici previsti dall’Art Bonus (erogazioni liberali in denaro da investire nella cultura mediante interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici) per ristrutturare la chiesa comunale di San Francesco di Paola, ma a tutt’oggi, nessun mecenate si è dichiarato.

L’Art Bonus stabilisce una significativa agevolazione fiscale (credito d’imposta nella misura del 65% dell’importo donato) a tutti coloro che destinano del denaro così come previsto dall’art. 1 del D. L. 31 maggio 2014, n. 83 e convertito con modificazioni dalla Legge n. 106/2014.

La Chiesa di San Francesco di Paola fu fatta costruire da Mons. Giuliano della Rovere, Abate dell’Abbazia Benedettina di San Lorenzo in Campo nel 1604, come l’annesso Convento dei Frati Minimi (oggi Palazzo Comunale) ed era anticamente dedicata al SS. Crocefisso, la cui immagine troneggiava sull’altare maggiore.

L’edificio sacro, poi, fu dedicato, in seguito, a San Francesco di Paola per via del quadro ora posto sulla parete absidale entro un tempietto in marmo policromo; ha una sola navata ed originariamente disponeva di quattro altari laterali di cui ora non rimangono che le soprastanti strutture a rilievo in stile barocco, all’interno delle quali sono collocati i seguenti quadri:

  • sul primo a destra, l’Assunta in cielo, sopra un paesaggio agreste con in primo piano, seppur minuto, un pastore appoggiato al suo bastone mentre controlla un gregge di pecore, leggermente più arretrato un paesino in sui spicca una torre campanaria che non può non richiamare la perduta torre dell’orologio sovrastante la porta di accesso al castello di Castelleone, poco distante una pieve, il tutto culminante in un monte rieccheggiante il nostro Catria;
  • sul secondo, il Santissimo Crocifisso di buona fattura, dipinto su tavola, coevo all’edificazione della chiesa ed un tempo sull’altare maggiore, recentemente ristrutturato, grazie ad una donazione;
  • sul primo altare a sinistra, una Madonna del Carmine con Santi Carmelitani;
  • sul secondo la Madonna con il Bambino e Santi Domenico e Caterina di pittore ignoto degli inizi del XVIII secolo.

Sulla parete di sinistra dell’abside è invece presente la Madonna di Loreto e Santi, opera di Ascanio Casola del 1674.

Oltre ai quadri, nell’edificio sono presenti anche due statue: l’Ecce Homo in legno dipinto di buona scuola ed una più recente statua in gesso e resina raffigurante san Francesco di Paola.

La chiesa, il cui soffitto e pavimentazione sono stati rifatti dopo la seconda guerra mondiale, è rimasta sostanzialmente inalterata ed ha un aspetto semplice ma sobrio ed armonioso.

La facciata, scandita da forme geometriche in rilievo ornate da due nicchie e due finestre, è sormontata da un timpano in stile barocco culminante con una croce ed è affiancata dal campanile che la collega architettonicamente al convento.

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