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Girolamo Simoncelli, i Savoia, Pio IX, Mazzini e la storia d’Italia

Girolamo Simoncelli, i Savoia, Pio IX, Mazzini e la storia d’Italia

SENIGALLIA – Nei giorni scorsi si è svolto al Centro Cooperativo Mazziniano un convegno su Girolamo Simoncelli, nel 168° anniversario della proclamazione della Repubblica Romana.

Prendendo spunto da questa iniziativa lo storico senigalliese professor Giuseppe Cionchi ci ha proposto questo intervento. Che può essere condivisibile o meno, ma che è certamente un sintetico contributo per conoscere meglio la storia. La nostra storia. Il nostro passato.

Girolamo Simoncelli, i Savoia, Pio IX, Mazzini e la storia d'Italia di GIUSEPPE CIONCHI

In attesa degli “Atti” che “saranno a disposizione della comunità a partire dal prossimo aprile” e che speriamo di leggere, e proprio per opporci con documentazioni storiche inoppugnabili a “certe narrazioni ufficiali, inventate di sana pianta eppure molto di moda ai nostri tempi” (sic!) perché sono viste solo da destra, cioè dalla parte dei vincitori, cioè dei Savoia che sono stati il “cancro del proletariato italiano” con la cultura e l’idolatria della guerra solo per il proprio potere (Il generale Cosenz disse al re che “ l’esercito si sarebbe demoralizzato se non avesse avuto una guerra da combattere”! (cf D.M. Smith, Storia d’Italia, Laterza, p.222) ; (anche noi abbiamo cantato “allungheremo lo stivale fino all’Africa Orientale”!).

Per tale potere, i Savoia hanno disseminato la storia d’Italia di guerre, fame, miserie, povertà, emigranti… sgozzando milioni di proletari schiavizzati, baionettati (gridando “Savoia”, non “Italia”, come mi raccontava mio nonno Alfredo Cionchi), dissanguati, sfruttati, mitragliati, congelati (con gli scarponi di cartone…, come avvenuto anche nella campagna in Russia !),  alla stregua dei “terrorismi” presenti in ogni forma di dittatura di destra/sinistra/bianca/nera/rossa con sofferenze inenarrabili e irriferibili ( “ho visto una montagna di cadaveri”, dichiara un combattente; gli ufficiali sparano ai soldati…ubriacati tre volte con il cognac! “La sfida per il Corno di Cavento… con le carneficine immani delle pianure, dove imperano i “militi ignoti” e interi battaglioni vennero maciullati tra l’alba e il tramonto senza lasciare traccia, triturati nel fango continuamente sconvolto dalle esplosioni” (Lorenzo Cremonesi, “Da Caporetto a Baghdad”, Corriere della Sera – Rizzoli, 2017, p. 10); (la disfatta di Caporetto coinvolge oltre un milione di proletari, di cui: 11mila morti, 29mila feriti, 280mila prigionieri.

Un bilancio tragico cui si deve aggiungere la fuga di 350mila soldati dalle linee abbandonate, ai quali si sommarono 400mila profughi civili costretti a lasciare le loro case”… ). Inutile elencare  le altre guerre che hanno genocidizzato il proletariato italiano!

Parlare di Risorgimento per l’unità d’Italia è una affermazione da “bigotti”. Ne parla uno storico al di sopra di ogni sospetto: Il Piemonte si era messo alla testa del Risorgimento. Suo obiettivo: conquistare la penisola e porla sotto le insegne della monarchia sabauda” (Roberto Gervaso, Le interviste impossibili, “Io femme fatale della corte sabauda” (il Messaggero, 2 agosto 2015). Per gli italiani, il vero Risorgimento è la Repubblica italiana nata il 2 giugno 1946. Quella data segna il vero Risorgimento voluto dal popolo italiano e non quello voluto dagli assassini, ladri, guerrafondai, profittatori della guerra, sanguinari/sanguisughe, corrotti/corruttori/sfruttatori dei proletari…

Girolamo Simoncelli era un terrorista che uccideva quelli che non la pensavano come lui a favore della Repubblica Romana in prima battuta, ma dei Savoia, nello sfondo; certo  non a favore degli italiani, che del Risorgimento non conoscevano nulla! Il Tribunale legittimo lo ha condannato in prima istanza il 31 dicembre 1851, in seconda sessione definitiva e sentenza del 21 febbraio 1852 (con 11 giudici su 12), SIMONCELLI ed altri 12 imputati sono colpevoli, con animo deliberato e spirito di parte per queste imputazioni:

–connivenza con la “Compagnia Infernale o degli Ammazzarelli “:

–invasione del Palazzo del Governatore e manomissione di Atti:

–violenze e usurpazioni al Brugnetto:

–assassinio di Lanari e Berluti in carcere;

–invasione dell’Episcopio, sequestro di carte e denari, ingiurie al Vescovo Giusto Recanati.

Quindi, la  documentazione storica reale, è che il Simoncelli era un “terrorista”, altro che “martire laico”. Era un simpatizzante della setta degli Ammazzarelli (il nome dice tutto!), come ce n’erano tante nello Stato Pontificio che operavano a Imola “La Squadraccia”; a Pesaro, Jesi, Camerino, Serra San Quirico, San Severino, ecc. e specialmente ad Ancona, la “Lega Sanguinaria” o degli “Accoltellatori”…Tali sette erano state create dai “padri della patria” (in primis, i Savoia, con i relativi consiglieri massoni, anticlericali, guerrafondai, sanguisughe, ladroni…) per agitare il popolo che, in realtà, non si agitava tanto; ma per avere un motivo “storico” per invadere lo Stato Pontificio; anche perché – secondo i segreti desideri dei finanziatori massoni – distrutto lo Stato Pontificio sarebbe stata distrutta  anche la Chiesa! “Ecco cosa scrive nell’ottobre del 1977 Il libero muratore…commemorando i 107 anni della presa di Roma: “Accadimento voluto dalle forze massoniche” . “La Carboneria, “Figliuola della Frammassoneria”, nella sua Istruzione permanente (1818) sostiene: “il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della rivoluzione francese: cioè l’annichilimento completo del cattolicesimo e perfino dell’idea cristiana…Noi abbiamo intrapreso la fabbrica della corruzione alla grande…Questa corruzione dee condurci al seppellimento della Chiesa cattolica”

L’unico obiettivo degli Ammazarelli era quello di uccidere chi la pensava diversamente dai terroristi/assassini/eroi dell’unità d’Italia! Imprigionato, processato e condannato a morte, secondo le leggi del tempo, è stato fucilato  il 2 ottobre 1852 .

Relativamente alla grazia concessa a Simoncelli da Pio IX , abbiamo questa testimonianza dettagliata. “La drammaticità della situazione lo spinse per la prima volta a tenere  in considerazione i consigli del fratello e della fidanzata, che in una delle loro ultime rarissime visite lo supplicavano di tentare la disperata via dell’evasione dal carcere. Infatti, nonostante il gran numero di guardie che avevano il compito di controllare il Simoncelli, pare che almeno una di queste, un sergente ungherese nutriva un sincero senso di amicizia per Simoncelli e che all’occorrenza gli avrebbe potuto dare aiuto in caso di fuga. Quando ormai tutto sembrava pronto per il disperato gesto, il tentativo di fuga fu abortito poiché il Simoncelli per bocca dei suoi cari (nell’ultima visita che essi gli fecero) venne a conoscenza che Pio IX gli aveva concesso la grazia…

Si pensi che anche Teresa Mastai Giraldi, sorella di Pio IX, scrisse una lettera di supplica in favore di Simoncelli…E proprio in una lettera del Benedetti dell’aprile del 1852 si legge che “…egli aveva saputo da persona sicura che il Papa aveva fatto la grazia della vita al Simoncelli. Ecco perché quando il Simoncelli seppe di questa notizia, non volle più evadere dal carcere di Pesaro: finalmente a suo parere giustizia era stata fatta.

Purtroppo le cose non andarono così: quando nella terribile sera del primo di ottobre 1852 gli fu letta la sentenza, egli non poté trattenere sdegno, rabbia e lacrime. Fu fucilato insieme con altri tre condannati il 2 ottobre 1852 alle dieci e un quarto.

Tra il 28 settembre e il 2 ottobre furono ventiquattro i condannati a morte solo nella città di Senigallia; di lì a pochi giorni iniziarono le esecuzioni ad Ancona e un mese più tardi si autorizzò anche quelle della provincia di Pesaro e Urbino” (Luca Guazzati, La Massoneria nella provincia di Ancona, Pixel editore, Ancona 2015, pp.83-84).

Allora, anziché accendere “un lume fuori della finestra nella notte del 9 febbraio per ricordare l’avvento di una luce, di una civiltà nuova, fondata sugli ideali repubblicani e democratici…che reclamavano un’Italia di cittadini, e non più di sudditi, di persone libere e capaci di pensare laicamente e criticamente”, bisogna spegnere le luci in tutt’Italia per il genocidio del proletariato italiano perpetrato dai Savoia, dai grandi costruttori del Risorgimento, che sono in realtà assassini, guerrafondai, ladri, sfruttatori…

Garibaldi anche se “ha sposato in chiesa la sua Anita ed ha battezzato i suoi figli”,  ha le negatività eclatanti di essere stato un assassino, un ladro, un traditore  degli italiani.  Assassino:  “fece giustiziare i “comunisti” nella tenuta di Nelson a Bronte. Questo fu il prezzo che i proprietari terrieri richiesero in cambio del loro appoggio” a Garibaldi (D.M.Smith, Storia d’Italia, Laterza, Bari, 1965, 1°, p. 71), con l’obiettivo di distruggere lo Stato pontificio per “rottamare” la Chiesa intera;  un guerrafondaio che propone la sottoscrizione per acquistare un milione di fucili che – se non erro – sono fatti per uccidere; un traditore degli italiani perché con il famoso “Obbedisco” esaltato da tutti, ha consegnato l’Italia ai Savoia, i quali per il loro potere hanno disseminato la storia d’Italia di guerre, fame, miserie, povertà, emigranti… Ladro: ha rubato abbondantemente sia al Banco di Sicilia che a quello di Napoli. Vittorio Emanuele II è un idolatra delle tre K: kavalli, kaccia, k…con il quale diventa il “padre della patria” perché dove arriva insemina abbondantemente le donzelle “vergini” (sic!), come avvenuto  anche nelle Marche. Famoso per la sua frase, secondo la quale gli italiani si governano “con le bustarelle e con la rivoltella” (cf  Smith, “Storia d’Italia”, Laterza, Bari).

Cavour è un  assassino per le migliaia di soldati inviati in Crimea contro i russi (8 morti in battaglia, 2000 morti di peste…) per sedere al tavolo delle trattative di Parigi alla pari con gli altri regnanti in Europa. I suoi cavalli, con la carrozza, camminano su quei cadaveri…perché i Savoia siano alla pari con gli altri re!;  un guerrafondaio, usando  i proletari “come carica di cannone” (Cantù)  mandati a “scannarsi” con l’assalto alla baionetta (Giuseppe, mio zio, di cui rinnovo il nome, secondo la tradizione contadina, in uno di questi assalti è stato ridotto a un tronco umano); un ladro perché ad ogni guerra faceva sbalzare il prezzo della farina di 5/6 volte da una holding di mulini di cui era presidente, “strozzando”, ovviamente, i proletari!

“Pio IX potrebbe essere chiamato il  Protettore del Risorgimento, sia per la famosa espressione: “Gran Dio benedite l’Italia”; sia perché mette la coccarda tricolore sulla bandiera pontificia; ma – soprattutto – per la volontà assoluta di un Risorgimento come unione degli italiani, come fraternità, pace, progresso…, rinnegando qualsiasi violenza o guerra; proponendo “La Lega doganale e politica” o il “Congresso fra gli Stati”; iniziative ovviamente bocciate dai savoiardi, garibaldini, mazziniani, massoni, anticlericali…tutti  guerrafondai, sanguinari, ladroni, idolatri/profittatori della guerra ad ogni costo…,  alla stregua dei “terrorismi” presenti in ogni forma di dittatura di destra/sinistra/bianca/nera/rossa.

Pio IX è un “principe illuminato” che ha curato il bene del suo popolo, con  l’”Amnistia” (fatto unico nella storia di allora…I Savoia che amnistia hanno concesso?); con la riorganizzazione dello Stato pontificio; con opifici sparsi sul territorio; con le ferrovie…tanto che i ferrovieri, anche se, in parte, massoni e anticlericali, gli hanno dedicato un busto a Senigallia”, con beneficenze personali nello Stato pontificio, specie per i senigalliesi  che godono “la pensione” nella cittadella dell’ospitalità presso la Fondazione Opera Pia Mastai Ferretti con circa 500 persone che vi si trovano tra ospiti, personale vario, cucina, cantina…, modello anche per  visitatori svizzeri…

I “padri della patria” – assassini, ladri, guerrafondai, profittatori della guerra, sanguinari/sanguisughe, corrotti/corruttori/sfruttatori dei proletari – avrebbero voluto che Pio IX – padre dei cattolici italiani e padre dei cattolici austriaci, come dei cattolici di ogni parte del mondo – dichiarasse la guerra fratricida come fanno oggi, tanto per fare un esempio, i sunniti e gli sciiti musulmani. Per non sottostare alla costrizione di firmare la guerra “per una santa crociata” contro l’Austria – perché i rivoluzionari/sanguinari erano capaci di tutto – Pio IX attua la “santa fuga” a Gaeta. Meriterebbe di essere dichiarato “santo” solo per questa fuga eroica! Pio IX è “martire” della pace e della fraternità fra i popoli. Il  suo grido di ieri è quello di Papa Francesco oggi: NO WAR! NO alla GUERRA!.Speriamo che se ne ricordi il Nuovo Postulatore della causa di canonizzazione S.E. Mons Carlo Liberati!

Ci auguriamo che il Centro Cooperativo Mazziniano riscopra il vero Mazzini di “ Dio e popolo” con la famosa frase programmatica:  “Cristo pose in fronte alla sua credenza queste due verità inseparabili: non v’è che un solo Dio, tutti gli uomini sono figli di Dio…Liberi e schiavi siete tutti fratelli”.

Questo, sì, è il vero mazzinianesimo, non l’esaltazione dei terroristi come il povero Simoncelli! D’altronde, anche il Mazzini della Repubblica Romana invia nelle Marche i suoi emissari perché “L’assassinio non è Repubblica –tuonava Mazzini – bisogna reprimere e punire”. Basta con il terrorismo da qualsiasi parte provenga. Costruiamo una nuova umanità che affratelli il mondo, come dice Gesu: “Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli”; come propone Mazzini: “Liberi e schiavi…siete tutti fratelli”; come proclama Papa Francesco in ogni circostanza: “L’umanità è la famiglia dei popoli”, per cui si devono costruire “ponti” e abbattere “i muri” per offrire ai poveri del mondo, ai proletari di qualsiasi nazione, non guerra, fame, miseria, morte, schiavitù, terrorismo,… ma pace, casa, lavoro, pane e una vita degna di uomo/donna, quali “figli di Dio” e fratelli e sorelle di ogni essere umano.

Nelle foto: il cippo che ricorda, a Senigallia, Girolamo Simoncelli

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