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SENIGALLIA / Crollo delle assunzioni, il Job Act è stato un grande flop

SENIGALLIA / Crollo delle assunzioni, il Job Act è stato un grande flop

Un’analisi de La Città Futura: anche nel Senigalliese si è registrato un netto calo dell’occupazione a tempo indeterminato. Senza gli sgravi diminuzione ancora più consistente: il 43% rispetto al 2015

SENIGALLIA / Crollo delle assunzioni, il Job Act è stato un flop

SENIGALLIA – “Dopo il nostro ultimo report di aprile che prendeva in esame i primi due mesi dell’anno (https://goo.gl/v6mkVt), siamo tornati ad analizzare l’andamento del mercato del lavoro in Italia e nel nostro territorio (https://goo.gl/TJePoc), facendo riferimento ad un arco temporale più ampio e cioè quello che si sviluppa da gennaio ad ottobre 2016”. E’ quanto afferma in un documento il movimento politico La Città Futura di Senigallia.

“Partendo dai dati pubblicati dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps a dicembre abbiamo verificato l’impatto che hanno avuto sul mercato del lavoro italiano  le misure introdotte dal Governo Renzi (Jobs Act e sgravi contributivi previsti con le Leggi di Stabilità 2015 e 2016).

Complessivamente, in Italia,  le assunzioni (a tempo indeterminato, a termine, in apprendistato e stagionali) attivate dai datori di lavoro privati da gennaio ad ottobre 2016 sono risultate 4.833.463, con un calo di 347.104 unità (-6,7%) rispetto allo stesso periodo del 2015. Dal quadro complessivo emerge che la contrazione ha riguardato essenzialmente i contratti a tempo indeterminato per i quali vi è stato un autentico crollo: – 492.213, pari ad un – 32% rispetto al 2015.

“Questi dati costituiscono la prova, se fosse mai servita, che nel 2015 a trainare i rapporti di lavoro “stabili” sono stati i generosi sgravi contributivi concessi dal Governo e non il Job Act. Fatto sta che nei primi 10 mesi del 2016, cioè da quando la decontribuzione non è più totale ma limitata al solo 40% e per soli due anni anziché tre, c’è stato un calo molto consistente delle assunzioni ed anche delle trasformazioni di rapporti a termine in rapporti a tempo indeterminato. Il calo è talmente significativo che il numero totale delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nei primi dieci mesi del 2016 non solo è significativamente più basso rispetto ai primi dieci mesi del 2015 ma lo è anche rispetto ai primi dieci mesi del 2014 quando non vi era nessuno sgravio e soprattutto il Jobs Act non era in vigore.

Nei primi dieci mesi del 2016 si è registrato anche un calo delle trasformazioni in rapporti a tempo indeterminato sia dei contratti a termine che di quelli di apprendistato. Calo che non solo si è verificato rispetto allo stesso periodo del 2015 ma anche rispetto allo stesso periodo del 2014.

“Nella regione Marche la tendenza è la stessa ed ancor più marcata è la variazione in negativo sia relativamente ai nuovi rapporti a tempo indeterminato (- 40,7%) rispetto al 2015, sia delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine (- 40%).

“Nel Senigalliese si conferma l’andamento nazionale e regionale con una perdita in termini percentuali molto più marcata. I dati che abbiamo analizzato, sono quelli del Ciof di Senigallia e sono relativi agli avviamenti registrati nel suo ambito territoriale nel primi dieci mesi degli anni 2014-2016

Nel primi dieci mesi del 2016, nell’ambito territoriale del Ciof di Senigallia, si sono registrati 993 avviamenti a tempo indeterminato a fronte dei 1.737 dei primi dieci mesi del 2015. Ben 744 avviamenti in meno con una variazione percentuale pari a – 43%.

Calo degli avviamenti che si registra anche rispetto ai primi dieci mesi del 2014 quando si registrarono 1.185 avviamenti a tempo indeterminato e quindi ben 192 avviamenti in più rispetto a quelli registrati nei primi dieci mesi del 2016, con una variazione percentuale 2016 su 2014 del -16%.

“La forte contrazione ha interessato anche le trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Nel 2016 sono state 258, contro le 479 del 2015  (- 46%) e contro le 337 del 2014 (-23%).

Il quadro che emerge sia a livello nazionale che locale è allarmante soprattutto se si considera che il lavoro accessorio (voucher) continua la sua crescita esponenziale.

“Nel periodo di tempo considerato in Italia sono stati venduti 121.506.894 voucher, il 32,3% in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Nelle Marche nei primi dieci mesi del 2016 sono stati venduti 5.170.735 voucher con un incremento del 26,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Segno questo che il lavoro accessorio negli ultimi quattro anni ha subito uno stravolgimento normativo che ne ha modificato profondamente e irrimediabilmente la formulazione iniziale della cosiddetta Legge Biagi. Da strumento nato per fronteggiare le ipotesi di lavoro “nero”, per dati soggetti e in dati settori (lavoro domestico ed agricoltura), è divenuto, a seguito delle varie riforme, uno strumento  per far fronte a rapporti di lavoro in ogni settore. Per questi motivi c’impegneremo a sostenere il referendum abrogativo voluto dalla Cgil

Il Job Act è stato un fallimento e non ce ne stupiamo di certo.

Non abbiamo mai creduto che una ripresa stabile delle dinamiche occupazionali potesse fondarsi sulla libertà di licenziamento o su agevolazioni contributive sin troppo generose ma limitate ad un solo anno. La decontribuzione introdotta con la Legge di Stabilità 2015 è stata esclusivamente funzionale al tentativo, per altro maldestro perché smentito dai numeri, di dimostrare l’efficacia del Jobs Act.

“Noi invece pensiamo che non vi possa essere crescita dell’occupazione senza una effettiva ripresa economica, che deve essere sostenuta da efficaci politiche industriali e da investimenti pubblici orientati piuttosto che alle grandi opere a interventi diffusi volti in primo luogo alla tutela e salvaguardia del territorio e alla manutenzione del patrimonio pubblico.

“Indispensabili – secondo La Città Futura – anche interventi strutturali volti ad una progressiva diminuzione del costo del lavoro (cuneo fiscale) che può frenare la perdita di posti di lavoro connessa ai processi di esternalizzazione e aiutare la competitività delle  imprese”

www.lacittafutura.info

L’ANALISI

Nei primi 10 mesi del 2016  cioè da quando la decontribuzione non è più totale ma limitata al solo 40% e per soli due anni anziché tre, c’è stato un calo molto consistente delle assunzioni ed anche delle trasformazioni di rapporti a termine in rapporti a tempo indeterminato. Il calo è talmente significativo che il numero totale delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nei primi dieci mesi del 2016 non solo è significativamente più basso rispetto ai primi dieci mesi del 2015 ma lo è anche rispetto ai primi dieci mesi del 2014 quando non vi era nessuno sgravio e soprattutto quando il Jobs Act non era in vigore. Le assunzioni a tempo indeterminato nei primi dieci mesi del 2014 furono infatti 1.106.726 contro le 1.043.555 del 2016 , con un saldo negativo di – 63.171 rapporti a tempo indeterminato.

Tab 1: Italia Nuove assunzioni di datori di lavoro privati (periodo gen-ott)

Nuovi Rapporti 2014 2015 2106 Variazione assoluta 2016 su 2015 Variazione percentuale 2016 su 2015
a tempo indeterminato 1.106.726 1.535.768 1.043.555 -492.213 -32%
a termine 2.886.603 2.961.922 3.105.730 143.808 4,9%
apprendistato 203.515 155.144 193.184 38.040 24,5%
stagionali 494.952 527.733 490994 -36.739 -7%
Totale 4.691.796 5.180.567 4.833.463 -374.104 – 6,7%%

Fonte dati: Osservatorio sul Precariato Inps

Tab 2: Italia Variazioni contrattuali di rapporti di lavoro esistenti (periodo gen-ott)

Trasformazioni 2014 2015 2016 Variazione assoluta 2016 su 2015 Variazione percentuale 2016 su 2015
a tempo indeterminato da termine 293.655 390.444 257.197 -133.247 -34,1%
a tempo indeterminato da apprendistato 58.962 72.619 69.568 -3051 -4,2%
Totale 352.617 463.063 326.765 -136.298 -29,4%

Fonte dati: Osservatorio sul Precariato Inps

Come si evince dalla tabella n. 2 nei primi dieci mesi del 2016 si è registrato anche un calo nelle trasformazioni in rapporti a tempo indeterminato sia dei contratti a termine che di quelli di apprendistato. Calo che non solo si è verificato rispetto allo stesso periodo del 2015 ma anche rispetto allo stesso periodo del 2014.

Nella regione Marche la tendenza emersa a livello nazionale è la stessa ed ancor più marcata è la variazione in negativo sia relativamente ai nuovi rapporti a tempo indeterminato (- 40,7%) rispetto al 2015, sia delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine (- 40%).

Nella nostra regione, infatti nei primi dieci mesi del 2016 le assunzioni a tempo indeterminato sono state 19.079 contro le 32.200 del 2015 e le 20.278 del 2014 e a tal fine va ricordato che nel 2014 il “Job act” non era in vigore. Per quanto riguarda invece le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato, nei primi dieci mesi del 2016 si è registrata una contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che nel complesso è stata del – 33,9% e che per le trasformazioni da contratti a termine a contratti a tempo indeterminato è stata del 40% come già detto sopra

Tab 3: Marche Nuove assunzioni di datori di lavoro privati (periodo gen-ott)

Nuovi Rapporti 2014 2015 2016 Variazione assoluta 2016 su 2015 Variazione percentuale 2016 su 2015
a tempo indeterminato 20.278 32.200 19.079 -13.131 -40,7%
a termine 86.284 83.105 87.361 4256 5.1%
apprendistato 7.969 6.325 6.990 665 10.5%
stagionali 14.605 14.860 14.480 -380 -2.5%
Totali 129.136 136.490 127.910 8580 -6,1%

Fonte dati: elaborazione dati Osservatorio sul Precariato Inps

Tab 4: Marche Variazioni contrattuali di rapporti di lavoro esistenti (periodo gen-ott)

Trasformazioni 2014 2015 2016 Variazione assoluta 2016 su 2015 Variazione percentuale 2016 su 2015
a tempo indeterminato da termine 8.361 11.246 6.744 -4.502 -40%
a tempo indeterminato da apprendistato 2.548 2.746 2.597 -149 -5.42%
Totali 10.909 13.992 9.341 4.651 -33,2%

Fonte dati: Elaborazione dati Osservatorio sul Precariato Inps

Abbiamo provato a verificare se tale tendenza si è registrata anche nel nostro ambito territoriale ed il risultato ha confermato l’andamento a livello nazionale con una perdita in termini percentuali molto più marcata.

I dati che abbiamo analizzato, sono quelli del Ciof di Senigallia e sono relativi agli avviamenti registrati nel suo ambito territoriale nel primi dieci mesi degli anni 2014-2016.

Al fine di poter valutare l’impatto, in termini di incremento delle assunzioni a tempo indeterminato, delle agevolazioni contributive introdotte dalla Legge di Stabilità 2015 per il 2015 e, in misura decisamente ridotta, con la Legge di Stabilità 2016 per il 2016, non si è tenuto conto delle assunzioni presso le P.A. né di quelle con contratto di lavoro domestico (entrambi i settori sono infatti esclusi dalle predette agevolazioni contributive). In tal modo si è reso possibile anche il confronto con i dati prodotti, con riferimento all’intero territorio nazionale, dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps.

Nel primi dieci mesi del 2016, nell’ambito territoriale del Ciof di Senigallia, si sono registrati 993 avviamenti a tempo indeterminato a fronte dei 1.737 dei primi dieci mesi del 2015. Ben 744 avviamenti in meno con una variazione percentuale pari a – 43%.

Calo degli avviamenti che si registra anche rispetto ai primi dieci mesi del 2014 quando si registrarono 1.185 avviamenti a tempo indeterminato e quindi ben 192 avviamenti in più rispetto a quelli registrati nei primi dieci mesi del 2016, con una variazione percentuale 2016 su 2014 del -16%.

 

Tab 5: Ambito Ciof Senigallia Avviamenti presso datori di lavoro privati (escluso lavoro domestico) periodo gen-ott

Rapporto 2014 2015 2016 Variazione assoluta 2016 su 2015 Variazione % 2016 su 2015 Variazione assoluta 2016 su 2014 Variazione % 2016 su 2014
Tempo indeterm. 1.185 1.737 993 -744 -43% -192 -16%
A termine 9,357 8,991 8,503 -488 -5% -854 -9%
Apprend. 631 650 697 47 7 66 10
Totali 11,173 11,378 10,193 -1,185 -10.4% -980 -8.77%

Fonte dati: Elaborazione dati Ciof Senigallia

 

Tab 6: Ciof Senigallia Trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (datori sia pubblici che privati) periodo gin-ott

2014 2015 2016 V.A. 2015 su 2014 V.% 2015 su 2014 V.A. 2016 su 2015 V.% 2016 su 2015 V.A. 2016 su 2014 V.% 2016 su 2014
337 479 258 142 42% -221 -46% -79 -23%

Fonte dati: Elaborazione dati Ciof Senigallia

Come riportato dalla Tabella n. 6 anche nell’ambito territoriale del Ciof di Senigallia nel 2016 (gen-ott) si è registrata una forte contrazione delle trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Nel 2016 sono state 258, contro le 479 del 2015  (- 46%) e contro le 337 del 2014 (-23%).

 Il quadro che emerge sia a livello nazionale che locale è allarmante soprattutto se si considera che il lavoro accessorio (voucher) continua la sua crescita esponenziale.

Nel periodo di tempo considerato in Italia sono stati venduti 121.506.894 voucher il 32,3% in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Nelle Marche nei primi dieci mesi del 2016 sono stati venduti 5.170.735 voucher con un incremento del 26,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Segno questo che il lavoro accessorio negli ultimi quattro anni ha subito uno stravolgimento normativo che ne ha modificato profondamente e irrimediabilmente la formulazione iniziale della c.d. Legge Biagi. Da strumento nato per fronteggiare le ipotesi di lavoro “nero” per dati soggetti e in dati settori (lavoro domestico ed agricoltura) è divenuto a seguito delle varie riforme uno strumento utilizzassimo per far fronte a rapporti di lavoro in ogni settore senza che sia tra l’altro richiesta (riforma del governo Letta) l’occasionalità della prestazione lavorativa.

 

Tabella 7: Italia e Marche Voucher periodo gen-ott

ITALIA 2014 2015 2106 V.A. 2016 SU 2015 V. % 2016 SU 2015
VOUCHER 54.795.961 91.854.334 121.506.894 29.652.560 32,3
MARCHE 2014 2015 2016 V.A 2016 SU 2015 V. % 2016 SU 2015
VOUCHER 2.528.661 4.101.222 5.170.735 1.069.508 26,1%

Fonte dati: Osservatorio sul precariato Inps

Il Job act è stato un fallimento e non ce ne stupiamo di certo.. Non abbiamo mai creduto che una ripresa stabile delle dinamiche occupazionali potesse fondarsi sulla libertà di licenziamento o su agevolazioni contributive sin troppo generose ma limitate ad un solo anno. La decontribuzione introdotta con la Legge di Stabilità 2015 è stata esclusivamente funzionale al tentativo, per altro maldestro perché smentito dai numeri, di dimostrare l’efficacia del Jobs Act. Noi invece pensiamo che non vi possa essere crescita dell’occupazione senza una effettiva ripresa economica, che deve essere sostenuta da efficaci politiche industriali e da investimenti pubblici orientati piuttosto che alle grandi opere a interventi diffusi volti in primo luogo alla tutela e salvaguardia del territorio e alla manutenzione del patrimonio pubblico. Indispensabili anche interventi strutturali volti ad una progressiva diminuzione del costo del lavoro (cuneo fiscale) che può frenare la perdita di posti di lavoro connessa ai processi di esternalizzazione e aiutare la competitività delle  imprese.

Così come continuiamo a ritenere il lavoro accessorio (voucher) uno strumento “diabolico” che estremizza al massimo la precarizzazione del lavoro e per questo sosterremo convintamente il referendum abrogativo dei voucher voluto dalla Cgil. La nostra battaglia contro l’eccessiva precarizzazione del mercato del lavoro continua perché è una battaglia di diritti, di dignità e di libertà.

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