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Uno scatto tutto a fuoco: a Serra de’ Conti un laboratorio di costruzione di macchine stenopeiche

Uno scatto tutto a fuoco: a Serra de’ Conti un laboratorio di costruzione di macchine stenopeiche

Uno scatto tutto a fuoco: a Serra de’ Conti un laboratorio di costruzione di macchine stenopeiche

Uno scatto tutto a fuoco: a Serra de’ Conti un laboratorio di costruzione di macchine stenopeiche

Uno scatto tutto a fuoco: a Serra de’ Conti un laboratorio di costruzione di macchine stenopeiche Uno scatto tutto a fuoco: a Serra de’ Conti un laboratorio di costruzione di macchine stenopeiche

di MASSIMO BELLUCCI

SERRA DE’ CONTI – Macchine fotografiche stenopeiche, ma cosa sono? Si tratta precisamente di una scatola con un minuscolo foro e una pellicola o carta fotografica. Basta questo per compiere una piccola magia. Una cosa semplice e intelligente. Innanzitutto dimentichiamoci la fretta e cominciano a guardare ciò che ci circonda. Poi pensiamo a ciò che è importante ricordare, conservare, o valorizzare. E dedichiamogli tempo.

Oggi anche la pellicola fotografica sembra archeologia, roba buona per qualche bancarella di memorabilia, abituati a scattare foto a raffica, condividerle sui social, guardare i “like” e infine dimenticarle nel giro di mezza giornata. Foto di gatti, selfie con le dita a “v”, immagini di pietanze o di rose. Per questo è interessante che a Serra de’ Conti il centro giovanile “Ex frantoio”, nell’ambito del progetto Tratti*, offra spunti in controtendenza rispetto alle modalità dei social, che sono comunque un mezzo di comunicazione interessante e bello, se usati nel modo giusto.

La macchina fotografica stenopeica fa a meno della fretta e della tecnologia, può cadere a terra senza rompersi, non ha bisogno del cavo della ricarica. Il principio è intelligente come tutte le cose semplici: diaframma, luce, distanze, tempi, tutto deve essere regolato da una precisa formula matematica, come nelle normali foto. Perché pur sempre di fotografie si tratta, ma speciali. Servono tempi lunghi e serve il piacere della lentezza per realizzare la piccola magia.

E’ possibile realizzare con le proprie mani macchine stenopeiche partecipando al laboratorio curato da Massimo Marchini del Musinf di Senigallia, che, quando è arrivato all’ex Frantoio per spiegare di cosa si tratta, tirando fuori dal suo zaino una scatola di carta, un barattolo di caramelle e quant’altro, sembrava un po’ un prestigiatore. Ogni cosa, o quasi, può essere trasformata in una macchina fotografica stenopeica. Persona che unisce competenza, passione e grande brio comunicativo, Massimo Marchini ci guiderà in questo viaggio dove ogni fotografia è preziosa anche perché tutto è a fuoco, anche le cose più lontane, come i ricordi dell’infanzia o di un remoto viaggio. Non ci sono cose in prima piano e altre sullo sfondo. Ogni cosa è in primo piano perché ogni dettaglio è importante. Si piazza la macchina stenopeica e si lasciano passare alcune ore. Si realizzerà qualcosa di unico. Sarà possibile fotografare qualsiasi cosa, paesaggi, persone, gatti, meglio se addormentati visto i tempi. O anche rose. Soggetti che vale la pena ricordare, perché, come diceva quel famoso aviatore: “E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. E la rosa stavolta è nascosta dentro una scatola di cartone con un piccolissimo foro in mezzo.

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* Tratti – Tracciati tra territori, progetto approvato nell’ambito del programma LAB.accoglienza” D.G.R. n. 103/2015, comune capofila Serra de’ Conti, partner: Comune di Barbara, TiVittori, Nottenera, Pro Loco Serra de’ Conti, Ge. St. O. il progetto si avvale del cofinanziamento della Regione Marche, del dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

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