AREA METAUROPOLITICA

“Ecco perché diciamo no alla fusione di tre Comuni”

“Ecco perché diciamo no alla fusione di tre Comuni”

Alessandro Urbinelli (Gioventù Nazionale) interviene in vista del voto di domenica per l’unione tra Montemaggiore, Saltara e Serrungarina nel nuovo Comune di Colli al Metauro con sede a Calcinelli

"Ecco perché diciamo no alla fusione di tre Comuni"di ALESSANDRO URBINELLI*

SALTARA – Questa domenica saremo chiamati ad esprimere il nostro voto per cancellare definitivamente Montemaggiore, Saltara e Serrungarina costituendo così un nuovo unico Comune denominato Colli al Metauro con sede a Calcinelli.

Considerata la mancata partecipazione di Cartoceto e la fretta ingiustificata con cui è stato vissuto questo progetto sin dal primo istante, le ultime assemblee in favore del SI al referendum francamente sembrano pura e semplice propaganda elettorale, per questo vorremmo entrare nel merito dei contenuti che ci costringono oggi ad esserne contrari.

Da un anno a questa parte abbiamo chiesto  trasparenza, uno studio di fattibilità in cui fosse contenuto un piano di sviluppo per il territorio, che definisse dettagliatamente l’effettivo risparmio nel nuovo comune e che valutasse anche e soprattutto la riorganizzazione territoriale. Ad oggi invece abbiamo poco più di una statistica sui potenziali trasferimenti statali e un ipotizzabile risparmio nei costi di gestione. Una questione di denari dove la fattibilità reale del processo non è stata valutata, problematiche e vantaggi, su questo avremmo voluto che i cittadini esprimessero il loro voto. Nessuno, invece, si è preoccupato di convertire i potenziali risparmi in risposte concrete alla cittadinanza. Nessuno ha ancora chiarito che fine farà l’Unione Valle del Metauro con Cartoceto, lasciarla operativa ha ancora senso?

Altro aspetto è che nella realtà dei fatti gli sprechi e i disservizi riguardano i grandi e grandissimi Comuni, i piccoli Comuni in Italia sono il 70% dei 7999 comuni totali e questi incidono sulla spesa pubblica per l’1% e spendono meno del fabbisogno accertato (dati Franca Biglio, presindente nazionale ANPCI). Riducendo la democrazia partecipata, riducendo il numero dei comuni, i partiti avranno in scacco i sindaci che saranno nominati e non risponderanno più direttamente ai cittadini.

Forse il destino dei tre comuni uniti da una certa affinità democratica era già scritto, la fusione doveva essere politica e su questo punto rimane un grande rammarico, avremmo voluto una vera fusione con un comune unico che potesse contare 20000 abitanti, ma le distanze con Cartoceto sono risultate incolmabili, evidentemente la vocazione delle nostre amministrazioni è poco inclusiva se mossa da schemi di partito. Questo  sospetto lo avevano anche altri, ora diventati sostenitori oltre ogni ragionevole dubbio di questa fusione.

Una scelta calata dall’alto, viziata da una scarsa partecipazione alla quale per senso civico e per passione, il 13 novembre mi esprimerò contrario, questo modo di procedere per i motivi e le considerazioni suddette non può essere valutato positivamente.

Cambiate gli amministratori e non il vostro comune!

*Vice-presidente provinciale di Gioventù Nazionale Pesaro-Urbino (movimento giovanile di Fratelli d’Italia) 

 

 

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