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Il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Staffolo ne “Il grande viaggio del vino italiano”

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Staffolo ne “Il grande viaggio del vino italiano”

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Staffolo ne “Il grande viaggio del vino italiano”

Esce il libro di Slowfood con 26 storie di eccellenza che raccontano il futuro dell’enologia del paese; a rappresentare le Marche è la cantina La Staffa del giovanissimo Riccardo Baldi

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Staffolo ne “Il grande viaggio del vino italiano”

JESI – Ventisei tappe in altrettante aziende vitivinicole italiane d’eccellenza per raccontare il presente e il futuro dell’enologia del nostro paese. E’ il percorso raccontato nel volume “Il grande viaggio nel vino italiano” (Slow Food Editore), che esce in questi giorni in libreria e racconta anche un angolo vocato delle Marche. A rappresentare la regione del Verdicchio e del Pecorino, della Lacrima di Morro d’Alba, del Montepulciano e degli altri vitigni autoctoni dal grande potenziale distribuiti dal Metauro al Piceno è stata scelta l’azienda agricola La Staffa di Staffolo (Ancona) guidata da ventiseienne Riccardo Baldi.

Nel libro viene riscostruita la storia di Baldi, soprannominato “l’enfant prodige di Staffolo”, dal primo passo fatto nella vigna di famiglia avvenuto soli cinque anni fa fino ai riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti con i due Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore “La Staffa” e “Rincrocca”, capaci di scalare le classifiche delle principali guide e riviste del settore in Italia, Stati Uniti e Inghilterra.

“E’ stata davvero una bella sorpresa scoprire di essere stato scelto come azienda simbolo della crescita e delle prospettive dell’enologia marchigiana – commenta felice Riccardo Baldi – ed è un’importante iniezione di fiducia per proseguire lungo la strada intrapresa. Il mio Verdicchio si può riassumere con tre aggettivi: artigianale, biologico e classico. Il rispetto della tradizione e della natura, uniti a minimi interventi in vigna e in cantina, sono il modo in cui cerco di fare esprimere in pienezza il territorio di Staffolo in ogni bottiglia”.

Nel capitolo del libro in cui si parla delle Marche non mancano anche i riferimenti ad alcuni personaggi noti dell’enogastronomia locale, dal vignaiolo Lucio Canestrari della Fattoria Coroncino (sempre a Staffolo) al ristoratore Andrea Tantucci della Trattoria Gallo Rosso (Filottrano).

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