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“Per turismo e cultura la fusione tra Senigallia e Morro d’Alba non serve”

“Per turismo e cultura la fusione tra Senigallia e Morro d’Alba non serve”

Nuovo contributo al dibattito in corso da parte del Comitato Referendario per il No

"Per turismo e cultura la fusione tra Senigallia e Morro d'Alba non serve"

SENIGALLIA – Del Comitato Referendario “No alla fusione con Morro D’Alba” riceviamo questo nuovo contributo al dibattito in corso: “Le motivazioni turistico culturali che propone lo studio di fattibilità per la fusione per incorporazione di Morro d’Alba sono generiche e superficiali, in quanto il binomio sole e mare può essere messo in sinergia con le eccellenze dei prodotti agricoli e alimentari mediante strategie di mercato già incentivate da leggi statali, comunitarie e locali.
La Legge Regionale 11 Luglio 2006 n. 9 disciplina e organizza le strutture ricettive pubbliche e private ed incentiva su più livelli la collaborazione tra i soggetti coinvolti nell’imprenditoria turistica, promuovendo reti e sistemi di servizio su territori vasti che vanno oltre i confini comunali, provinciali e regionali stessi.

“Mettere sul mercato turistico quello che i francesi definiscono terroir, un insieme di paesaggio, bellezze culturali, unicità, sole mare, barche e vino, gastronomia,  tradizioni  unite  in  un  territorio  raccolto:  la  quintessenza  del  Marcheshire“, è un’inutile sottolineatura dello studio di fattibilità; la previsione, quindi, di fondere i due comuni in “un’organica proposta e declinarli in specifici pacchetti appetibili anche per un turismo straniero”, è superflua e pretestuosa poiché tutto è già fattibile senza fusione alcuna.

Sulla capacità del Comune di Senigallia di promuovere le tipicità del comune che vorrebbe inghiottire pesa fortemente un dato riscontrabile sulla comunicazione regionale: nel settennio 2007-2015 le presenze turistiche a Senigallia sono diminuite del 30%; al calo non hanno contribuito le attività alberghiere, ma quelle extra-alberghiere. Sarebbe dunque utile che il medico curasse se stesso prima di pretendere di curare l’altro e magari evitare di attaccargli la propria malattia.

Nessuna attenzione lo studio di fattibilità rivolge alle attività già in essere. Mentre mancano assicurazioni definitive sulle sorti che toccherebbero al disciplinare del Lacrima di Morro e a quello del Verdicchio Classico, non si fa menzione della presenza attiva di Morro d’Alba nel GAL (Gruppo di Azione Locale) di Jesi, mentre Senigallia partecipa al GAC (Gruppo di Azione Costiera). Se sia possibile una permanenza di Morro nel suo ambito di azione pur venendosi a trovare nel Comune di  di Senigallia è ancora una domanda che deve trovare risposta.

In conclusione: la fusione, oltre che è inutile, è pericolosa. Meglio sarebbe che i due comuni avviassero contatti collaborativi, realizzando magari un percorso ciclabile che li connetta turisticamente, poca spesa molta resa, visto che la pubblicità della fusione suggerisce che dagli archi della Scarpa si possa vedere la Rotonda.

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