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SENIGALLIA / A Maria Sanna il primo premio del concorso fotografico La Marazzana

SENIGALLIA / A Maria Sanna il primo premio del concorso fotografico La Marazzana

SENIGALLIA / A Maria Sanna il primo premio del concorso fotografico La Marazzana

SENIGALLIA – Al 4° Raduno fotografico La Marazzana – Senigallia – la Giuria di Primo Piano ha deciso di attribuire il primo premio alla fotografia intitolata Modella, di Maria Sanna, per le seguenti motivazioni: “L’autrice è stata capace di far confluire in un unico scatto elementi così eterogenei e a tal punto diversi, che occorre analizzarli bene per coglierne l’eleganza estetica da una parte e la competenza tecnica dall’altra.

È evidente che il tema centrale non è tanto la donna come tale, quanto piuttosto i capelli: una cascata di lunghi, morbidi, sinuosi capelli, che scendono giù, più giù e ancora giù, al punto da rendere la fotografia un portrait plus, cioè più ‘allungato’ del modello standard.

Solo una sensibilità squisitamente femminile poteva rivolgere la sua attenzione ad un aspetto così apparentemente secondario, in questo caso ai limiti dell’eccentrico. Fare di questo aspetto (la lunga chioma) l’oggetto che conferisse artisticità al soggetto, questo è stato il banco di prova sul quale la fotografa ha voluto misurare le proprie abilità.

Altri, prima di lei, artisti di grido costoro, hanno scelto le chiome femminili per trasformarle in occasione d’arte. In pittura, scultura, letteratura.

Occorre andare a rivedere come Giotto ha dipinto almeno un paio di Maddalene per capire come la memoria di Sanna, magari anche  inconsapevolmente, si sia orientata ad attingere dal fondo dei suoi ricordi il modello da far rivivere: c’è, contro una parete della Basilica di Assisi, una pitturina lieve e sconosciuta: due tunicati angioletti portano in cielo, su una morbida nuvoletta, una nuda Maddalena, vestita solo dei suoi capelli (chi ci sta leggendo, potrebbe consultare Google).

O forse basterebbe sfogliare le immagini dei Preraffaelliti per trovare in loro la fonte ispirativa della nostra fotografa. Maria Sanna è docente di lingue e letteratura, non è quindi digiuna di cultura artistica. E chi di noi non ricorda Petrarca, e i versi sui capelli della sua Laura a l’aura sparsi?

Fissato il modello ispirativo (consapevolmente o meno non importa), quel che rivela, ancora una volta, la delicatezza dell’approccio della nostra Sanna, alla figura della donna, è la scelta di coglierla di spalle, evitando, dunque lo scontato e goffo tentativo di molti fotografi di coprire i seni e altro con i capelli, ricorrendo al malinconico escamotage del vedo-non-vedo dietro la tenue tendina delle chiome. No. Qui la fotografa chiede alla sua giovane musa ispiratrice di porgerle il fianco e le spalle. E pertanto i capelli non coprono nulla. Eppure rivelano, allo sguardo di una fantasia sognatrice, l’immagine leggera della bellezza femminile, dove l’eros è purificato da qualsiasi interesse per l’erotismo. Complice di questa laica purificazione è l’icona nella quale è stata collocata, con ottimo equilibrio formale, la modella: un archetto che richiama alla mente le sacre cappelline, alle pareti delle chiese, dove sono collocate le statuette dei santi.

E passiamo all’aspetto tecnico. Un controluce, si direbbe. No. È un falso controluce. È la trovata intelligente di chi, avendo a mente il risultato covato nell’aspettativa, ricorre alla tecnica per ottenerlo: un lieve colpo di flash che rischiari l’oggetto e gli dia rilievo e forma. O comunque un buon lavoro di postproduzione. Così un vario palpito luminescente trascorre su tutta la scia dei capelli e, impedendo alla figura di presentarsi come insignificante siluette, le conferisce un indubbio effetto glamour”.

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