AREA MISACRONACAIN PRIMO PIANO

SENIGALLIA / Il caso dell’Ipsia: chi rompe paga

SENIGALLIA / Il caso dell’Ipsia: chi rompe paga

Il dirigente scolastico, Elena Giometti, replica a Marcello Liverani, ma il coordinatore di Fratelli d’Italia continua a porsi degli interrogativi

SENIGALLIA / Il caso dell’Ipsia: chi rompe paga

di MARCELLO LIVERANI*

SENIGALLIA – Ringraziamo la dottoressa Elena Giometti, Dirigente scolastico dell’Istituto d’istruzione superiore Bettino Padovano, per averci risposto e per le sue delucidazioni sul fatto. Prendiamo atto di un regolamento interno, come tutte le scuole hanno, e condividiamo il principio “chi rompe paga”, ma questo deve però essere applicato al singolo, o ai singoli, autori del “misfatto”, non ad una intera classe solamente perché non si è in grado di trovare il “colpevole”. Le giustizie sommarie non ci piacciono e mai ci piaceranno.

Ci poniamo quindi delle domande molto semplici: “I ragazzi della classe “incriminata” non erano controllati dall’insegnante mentre usavano le apparecchiature della scuola”? . “Possibile che l’istituto, l’insegnante o chi per loro non sappia chi sia stato a “manomettere” i circuiti elettrici quando invece sia i ragazzi che i loro genitori sanno benissimo chi è stato”? “La scuola non è coperta dall’assicurazione in casi come questi”? “Perché andare a chiedere 10 o 11 euro alle famiglie che già ne hanno versate ben 100 di euro ad inizio anno con la solita scusa del contributo volontario, ma obbligatorio”?

Non riteniamo giusto l’interpretazione data al “chi rompe paga” perché appunto la stessa Direttrice ci fa sapere che non sanno chi sia stato (molto strano visto che a noi lo hanno detto subito), e il non saperlo non è di certo una colpa da attribuire all’intera classe per chiedere a tutti di ripagare il danno. Da quello che sappiamo, a noi così è stato riferito, diverse famiglie non hanno per nulla “digerito” questo modus operandi e si sono rifiutate di versare la cifra chiesta; non possiamo che condividere la decisione di chi non verserà nulla perché per noi questo “principio” è completamente fuori luogo.

Appare veramente strano che la scuola “non sappia” mentre alunni e genitori sanno perfettamente. Ci domandiamo se lo stesso metro di giudizio sarebbe stato usato se fosse stato un altro alunno… chi vuol capire capisca.

Rimaniamo comunque convinti che a 15 anni queste sono cose che possono accadere e che sono messe in preventivo, il dolo quando c’è è su cose gravi e serie, atti di vandalismo puro, questo è un normalissimo episodio di un ragazzo che ha toccato quello che non avrebbe dovuto toccare, e lo ha fatto quasi sicuramente per curiosità e perché a quella età si tocca tutto, cosa sicuramente sbagliata, ma scagli la prima pietra chi è senza peccato.

*Coordinatore Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Senigallia

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it