AREA MISACRONACAIN PRIMO PIANO

Con 23 volontari la Protezione civile di Corinaldo in prima linea anche nelle zone terremotate

Con 23 volontari la Protezione civile di Corinaldo in prima linea anche nelle zone terremotate

Con 23 volontari la Protezione civile di Corinaldo in prima linea anche nelle zone terremotate Con 23 volontari la Protezione civile di Corinaldo in prima linea anche nelle zone terremotate Con 23 volontari la Protezione civile di Corinaldo in prima linea anche nelle zone terremotate Con 23 volontari la Protezione civile di Corinaldo in prima linea anche nelle zone terremotate Con 23 volontari la Protezione civile di Corinaldo in prima linea anche nelle zone terremotate

CORINALDO – Un’attività costante, puntuale e instancabile. La Protezione Civile di Corinaldo ha risposto con grande professionalità ed impegno alla gravissima emergenza sorta nelle scorse settimane nel centro Italia a seguito del forte terremoto che ha colpito la Valle del Tronto lo scorso 24 agosto.

Un lavoro di soccorso, supporto e aiuto che i volontari corinaldesi stanno portando avanti fin dalle prime ore dopo il sisma, grazie al grande senso di responsabilità e predisposizione all’aiuto che caratterizza il gruppo corinaldese.

Il coordinatore della Protezione Civile di Corinaldo Oscar Antonietti, aiutato dal vice coordinatore Stefano Marconi e da altri preziosi volontari (tra cui Paolo Fabri, Silvano Giusti, Valerio Balducci, Paolo Massi), si sono infatti recati più volte nei campi base in prossimità delle zone colpite dal terremoto con l’obiettivo di aiutare, per quanto sia loro possibile, le persone vittime del terremoto.

In totale il gruppo della protezione civile ha svolto 9 interventi nelle zone colpite dal sisma, in media sempre con 2 o 3 volontari per volta. Gli interventi si sono svolti tra il 31 agosto fino allo scorso 3 ottobre ed hanno coinvolto in tutto ben 23 volontari.

È proprio il coordinatore Antonietti a raccontare nei dettagli le trasferte ai campi base di Pescara del Tronto, di Borgo e di San Benedetto del Tronto. “Dopo alcuni raffronti con il sindaco Principi e la Protezione Civile Regionale per capire come era meglio muoversi – spiega il coordinatore della Protezione Civile di Corinaldo – abbiamo iniziato il nostro lavoro raccogliendo quanto più materiale possibile (il riferimento è ai generi di prima necessità: dai prodotti alimentari ai vestiti) per trasportarlo nei due campi base. In questa occasione, l’aiuto che abbiamo ricevuto dal personale della Pubblica Assistenza è stato davvero prezioso”.

Quindi, le partenze, a intervalli periodici, per consegnare il materiale e per recare assistenza, e anche solidarietà e calore umano, ai terremotati. “In occasione di tali viaggi – prosegue Antonietti – sono stati effettuati rifornimenti, nello specifico nei magazzini di Maltignano del Tronto, un deposito della Protezione Civile Regionale con mansioni di movimentazione, e al campo base di San Benedetto. Al riguardo, tengo davvero a sottolineare di quanto siamo orgogliosi di aver potuto aiutare, per quanto ci è stato possibile, queste persone che davvero si ritrovano con niente in mano. Vite distrutte da un destino assolutamente troppo crudele”.

Un impegno quello di Antonietti, Marconi e i volontari riconosciuto ed elogiato la serietà, professionalità e disponibilità. “Una stretta di mano, un abbraccio, un sorriso – ricorda Antonietti –: il nostro non è stato un lavoro limitato ai beni materiali. Anzi: abbiamo dispensato anche calore umano, solidarietà, appoggio, fratellanza. Tutti valori che sono stati apprezzati in modo quasi incredibile da chi abbiamo incontrato e che, in definitiva, ci ha davvero riempiti di orgoglio”.

Un senso più che legittimo di soddisfazione, dunque, e di piacere personale per l’opportunità di aver potuto consolare delle persone colpite da una tragedia immensa. Che ha toccato davvero nell’intimo qualche volontario. “Un’esperienza talmente toccante da far commuovere chi è intervenuto sul posto -ha sottolineato Paolo Fabri, uno dei volontari corinaldesi-, per tentare di offrire, nei limiti del possibile, un aiuto concreto a queste persone così sfortunate. Osservare i volti stravolti di queste persone, che con lo sguardo implorano un accenno di speranza, per un futuro che non si sa ancora cosa loro riserverà. Ecco perché ci siamo sentiti in dovere di dar loro calore umano, affetto”.

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it