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A Senigallia una grande festa per la fine del Ramadan

A Senigallia una grande festa per la fine del Ramadan

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SENIGALLIA – Grande festa martedì sera per la fine del Ramadan a Casa San Benedetto. Si sono riunite in un clima di gioia le famiglie dello SPRAR, quindi rifugiati e richiedenti asilo che sono accolti da Caritas a Senigallia, gli operatori Caritas con le loro famiglie, alcuni volontari, i ragazzi del Servizio Civile insieme ad amici e persone sensibili all’integrazione: tutti insieme per chiudere in bellezza il lungo periodo di penitenza che è il Ramadan. Il Ramadan, mese nel quale si pratica il digiuno, è un periodo eccezionale dell’anno per i fedeli musulmani e la festa di interruzione del digiuno, la Id al-fitr o “festa piccola” (contrapposta alla Id al-adha, la “festa grande”, quella del sacrificio), è un momento indimenticabile. Il digiuno, uno dei pilastri della fede dell’Islam (insieme alla professione di fede, alla recita quotidiana di cinque preghiere, all’elargizione delle elemosine e al compimento del pellegrinaggio a La Mecca), simbolo di autodisciplina, di pazienza e amore per Dio e anche di appartenenza alla comunità, viene praticato dall’alba al tramonto, per dedicarsi poi al pasto serale.

Tra gli amici che hanno partecipato alla festa anche Camillo Nardini, presidente di Sena Nova e Primo Piano, l’associazione fotografica grazie alla quale alcuni beneficiari SPRAR hanno imparato a scattare fotografie e tentato la strada dell’integrazione attraverso le immagini: è stato Nardini a premiare, uno a uno, i singoli partecipanti al corso attraverso un diploma e l’omaggio del volume Il rifugio della fotografia, che raccoglie gli scatti fatti dagli stranieri durante l’anno.

Ieri sera nell’intenso spirito comunitario ogni famiglia ha cucinato piatti tradizionali del proprio Paese (Sudan, Afghanistan, Siria, Iran…) e tutti hanno mangiato insieme, danzando poi con musica africana, araba e afgana fino a notte fonda. Il mese del Ramadan è un periodo di condivisione e unione, infatti è usanza invitare i propri vicini e amici a condividere tutti insieme il pranzo serale (iftar) e a recitare particolari preghiere, le Tarawih. Digiunare per i musulmani non significa solo non mangiare o bere ma astenersi da cattivi sentimenti, da rabbia e litigi, da menzogne e calunnie: il significato è spirituale, l’uomo obbedisce a un ordine divino e impara a superare la sua natura umana, insegnando la carità e la generosità.

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