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Scrittori Dialettali a Senigallia, le considerazioni di Vincenzo Guarracino

Scrittori Dialettali a Senigallia, le considerazioni di Vincenzo Guarracino

Nota critica  sull’acquaforte del grafico Franco Fileri che accompagna il terzo volume

Scrittori Dialettali a Senigallia, le considerazioni di Vincenzo Guarracino

SENIGALLIA – E’ uscita in una elegante veste editoriale, con una copertina appositamente disegnata dal grafico Franco Fileri, l’Antologia dedicata agli scrittori dialettali di Senigallia.

Pubblichiamo, a tal proposito, una nota critica di Vincenzo Guarracino

“È un ingresso solenne e al tempo stesso ambiguo e misterioso, quello che mette in scena Franco Fileri nella sua tavola intitolandola con un verso di pascoliana suggestione (ricordate? “Si respira una dolce aria che scioglie / le dure zolle e visita le chiese / di campagna che erbose hanno le soglie”, dal mirabile L’Aquilone), che evoca incantati scenari marchigiani e struggenti memorie d’infanzia e adolescenza, non senza citazioni e ricordi, che acquistano ancor più significato nell’incrocio tra rigore e indeterminazione, tra immobilità e arcaismo del portale e vibrazione luminosa del rosone che lo sormonta, in un gioco ossimorico molto intrigante.

“Un limes tra ciò che potrebbe essere, dunque, e ciò che è già stato, tra ciò che può forse trionfalmente ancora avvenire e ciò che è perduto e sfuggito per sempre. Apre sull’infinito ma sta con i piedi sull’orlo di un ”abisso orrido immenso”, in ogni caso richiede un atto di fede assoluta, senza giustificazioni e spiegazioni: luogo della prova e della conquista di sé, luogo dove Orfeo può attardarsi a ripensare ai passi perduti, alla sua Euridice, ma anche avanzare impavidamente alla celebrazione della sua vittoria. Solo dopo, per espiare la colpa della sua incredulità, potrà affrontare con gli Argonauti il viaggio verso la Colchide e in virtù del suo canto contribuire alla loro impresa: conquistare assieme a loro il Vello d’Oro, così come può fare chiunque quella soglia sa attraversarla senza timore di profanarne la santità.

Dicevo prima di citazioni e ricordi: come non sorprendersi a pensare alla lezione rigorosa di Walter Valentini, allusa da quel rosone che sormonta il portale, capace di evocare al pari di un aruspice ispirato dai gesti precisi e luminosi il suo cielo e il suo spazio, un  templum dove tutto è possibile, dove il tempo si scrive come misura dell’essere e al tempo stesso come dimensione in cui pensiero intuitivo e realtà, coscienza e fenomeno, s’incontrano e fioriscono nella calligrafia di un destino di miracolosa armonia?”

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Vincenzo Guarracino è nato a Ceraso (SA) e vive a Como. Poeta, saggista e traduttore, autore di numerose raccolte  di poesie (tra le altre, Gli gnomi del verso,1979, Dieci inverni, 1988, e Una visione elementare ,2005. Per la saggistica ha pubblicato Guida alla lettura di Verga e Guida alla lettura di Leopardi. ha curato per Bompiani le traduzioni dei Lirici GreciPoeti latini, dei Carmi di Catullo e dei Versi Aurei di Pitagora, dei Versi Latini di A. Rimbaud. Nel  2006 il Poema sulla natura di Parmenide. Nel 2016  è stato chiamato a Francoforte a commemorare Leopardi

 

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