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Una lezione sul linguaggio di Giuliana Giusti

Una lezione sul linguaggio di Giuliana Giusti

Intitolata “Lingua e identità di genere”, si terrà il 15 aprile dalle 10.30 alle 12.30 presso l’Aula Magna del Rettorato di Urbino in via Saffi 2

Una lezione sul linguaggio di Giuliana Giusti URBINO  – Nell’ambito delle iniziative programmate per il 2016, il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni dell’Ateneo di Urbino ha invitato la Prof.ssa Giuliana Giusti, docente di Glottologia e Linguistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, a tenere una lezione sul linguaggio e la sua importanza per la costruzione dell’identità di genere, con particolare riguardo alla lingua italiana.

Tra i numerosi ambiti di interesse e intervento della Prof.ssa Giusti va infatti annoverata la promozione di politiche linguistiche volte a dare maggiore visibilità alle donne nei ruoli dirigenziali, nelle interazioni amministrative e nei media. A questo scopo Giuliana Giusti ha anche ideato e condotto  il corso online (MOOC) “Linguaggio, identità di genere e lingua italiana” che ha avuto già due edizioni su Ca’ Foscari Open Knowledge (http://ok.unive.it/).

La lezione urbinate, intitolata “Lingua e identità di genere”, si terrà il 15 aprile dalle 10.30 alle 12.30 presso l’Aula Magna del Rettorato di Urbino in via Saffi 2. Essa mira “a stimolare una riflessione sulle strutture linguistiche dell’italiano e creare le competenze necessarie a scelte comunicative consapevoli. La lingua – scrive – contribuisce a costruire e a delimitare l’identità. Pertanto, la mancata declinazione femminile dei ruoli di prestigio (es. Giannini – ministro; Camusso – segretario), al contrario di quello che avviene per ruoli di minor prestigio sociale (educatrice, bibliotecaria, maestra), mina la formazione di identità personali paritarie a più livelli. Rende, infatti, invisibile l’identità femminile di chi ricopre il ruolo, occultando cambiamenti sociali in alcuni casi già pienamente in atto (le magistrate, ad esempio, sono oggi più numerose dei magistrati). La mancata declinazione femminile dei ruoli di prestigio provoca inoltre un’incoerenza tra identità di ruolo e identità di genere, creando identità divise. Né va sottovalutato il fatto che concorre a impedire la piena libertà di identificazione delle bambine nei ruoli di prestigio, limitandone le aspettative di realizzazione personale.

Rafforza, infine, la connotazione negativa già presente per alcuni nomi femminili. Poiché sono gli stereotipi culturali a rendere difficile la declinazione al femminile dei ruoli di prestigio, la presa di coscienza del ruolo della lingua nella definizione dei modelli, e quindi nella creazione di identità, è fondamentale per una piena realizzazione di identità di genere paritarie”. Queste osservazioni, che valgono in ogni campo, sono particolarmente cogenti nella comunicazione istituzionale e formativa. Proprio per questo il CUG ha organizzato questo momento di formazione e informazione, che è rivolto anzitutto al personale docente e al personale tecnico-amministrativo più direttamente coinvolto nella comunicazione istituzionale (nella quale l’uso del linguaggio di genere è peraltro previsto dalla normativa vigente). Visto l’interesse e l’importanza del tema, l’incontro è però aperto anche alla popolazione studentesca e ad altre persone interessate. (eg)

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