AREA MISAIN PRIMO PIANOPOLITICA

L’impianto biogas di Casine: perché Mangialardi non si pronuncia?

L’impianto biogas di Casine: perché Mangialardi non si pronuncia? 

Il direttivo del Gruppo Società e Ambiente ha inviato una lettera al sindaco di Senigallia per invitarlo a prendere posizione

L'impianto biogas di Casine: perché Mangialardi non si pronuncia?

SENIGALLIA – Il direttivo del Gruppo Società e Ambiente ha inviato una lettera al sindaco di Senigallia sulla questione della costruzione di un digestore anaerobico nella zona Zipa di Casine di Ostra.

Questo il testo della lettera:

“Gentile signor Sindaco,

certamente sarà a conoscenza dell’imminente costruzione di un digestore anaerobico posto in zona Zipa, a Casine d’Ostra

Come lei saprà si tratta di una grande struttura che, in assenza di aria, trasforma il rifiuto organico in “digestato” e produce gas metano dalla decomposizione.

Dalla documentazione ufficiale si evince che, nell’ambiente chiuso ermeticamente, si sviluppano microrganismi patogeni; tra questi, i più ricorrenti sono rappresentati dal numeroso gruppo delle enterobatteriacee (Salmonella, Shigella, Yersinia, Escherichia, ecc.) oltre a Listeria monocytogenes, Campylobacter, enterococchi fecali e batteri sporigeni dei generi Clostridium (C. tetani, C.botulinum, C.septicum, C. sordellii) eBacillus.

Durante il processo di digestione della materia organica, si produce ammoniaca, anidride carbonica, acido solfidrico, inoltre, in assenza di ossigeno, la decomposizione di sostanze organiche può portare alla produzione di diossina.

Nel digestato, cioè nel prodotto finale della lavorazione, si possono trovare anche sostanze tossiche quali metalli pesanti o composti organici di sintesi come i fitofarmaci o i bifenili policlorurati,  inoltre è accertata la presenza di nitrati tali da non rendere appetibile il digestato come fertilizzante da spargere sui terreni agricoli.

Quindi il digestato è, a tutti gli effetti, un rifiuto, e, la direttiva CEE 75/ 442,classifica il digestato come rifiuto speciale (codici CER 190600- 190603-190 604- 190- 605).

In Germania e, ancor più, in Scandinavia e Svizzera, sono adottate precauzioni molto più stringenti che quelle adottate in Italia per il trattamento dei digestati. Inoltre, si pone grande attenzione ai siti, dove questi impianti sono collocati.

In Italia, la linea non sembra quella della precauzione; però, c’è un’eccezione nella zona di produzione del Parmigiano Reggiano dove nella DAL (Delibera di Assemblea Legislativa) adottata dall’’Emilia Romagna si legge :

è considerato non idoneo all’installazione di impianti di produzione di energia da biogas e produzione di biometano, il territorio individuato quale comprensorio di produzione del formaggio “Parmigiano-Reggiano”,

Quindi possiamo dedurre che stiamo parlando di qualcosa di pericoloso e che, nei territori di forte rilevanza economica, ci sia più tutela di quanta non ce ne sia da noi che non produciamo parmigiano….

Infatti, da noi, posizioneranno l’impianto in zona Zipa a Casine d’Ostra dove, nel 2014, durante l’alluvione, si è registrata una piena di due metri di acqua testimoniata da foto e racconti dei presenti.

Signor Sindaco, riesce ad immaginare se quell’impianto fosse stato già operativo con le sue quarantamila tonnellate di rifiuti, quale scenario avremmo avuto?

Noi contestiamo il luogo, perché non è adatto ad una struttura di quella portata.

Noi vediamo un pericolo che può compromettere il nostro territorio per molti anni.

Noi temiamo per il nostro futuro e, assieme a noi, le migliaia di persone che hanno firmato la petizione esprimendoci il loro timore.

La paura che, in una nuova alluvione, al danno causato dall’acqua, si aggiunga anche quello sanitario e biologico, porta i cittadini a percepire queste scelte come il frutto di una volontà oligarchica poco attenta al bene della collettività.

Per questo le chiediamo di rompere il suo lungo silenzio e di unire la sua voce alla nostra, per la difesa della salute dei cittadini, del territorio e della sua economia turistica che non trarrebbe vantaggi da un disastro ambientale di grandi proporzioni.

Noi invochiamo la cautela e la prudenza, ci aiuti a sostenere questa posizione”.

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it