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Una Cattedrale gremita per l’ultimo saluto al professor Vanni

Una Cattedrale gremita per l’ultimo saluto al professor Vanni

Una Cattedrale gremita per l’ultimo saluto al professor Vanni. L’omaggio di Sant’Angelo in Vado ad un uomo autorevole e stimato da tutti

Una Cattedrale gremita per l’ultimo saluto al professor VanniSANT’ANGELO IN VADO – Una cattedrale gremita, i labari di tanti sodalizi Avis, rappresentanti di associazioni cittadine, giovani e anziani, ex colleghi e volontari del sangue, tutti assieme per dare un ultimo saluti al Prof. Antonio Vanni, tutti accostati seguendo l’unico comune denominare: Nino, semplicemente Nino. Presidente emerito (dopo esserlo stato, da effettivo, per circa 20 anni) dell’Avis vadese, professore in pensione con ancora tantissimi ricordi condivisi con ex alunni ed ex colleghi, figura cardine dell’associazionismo di Sant’Angelo in Vado, uomo autorevole e stimato, Antonio Vanni era tutto questo e molto altro ancora.

“Era una persona corretta – ribadisce Checco Francesco Belfiori, il cantore di Sant’Angelo in Vado – era soprattutto fautore di un impegno civile costante che riusciva a promulgare grazie al suo carattere, alla sua saggezza, alla capacità di essere leader carismatico ma sempre pronto al confronto. Lo si poteva incontrare nella locale sede avisina sita in Piazza Umberto I, luogo in cui Nino seppe tramutare il gesto del donatore in una serie di azioni che riuscivano ad aggregare un intero paese: Antonio Vanni – continua Belfiori – non ha mai sostenuto la sua figura di presidente anteponendola a quella del suo direttivo, né tantomeno a quella dei tanti anonimi donatori vadesi. Era semmai Nino a voler quasi passare inosservato, a voler stare sempre in seconda fila, tra le righe di un discorso che mai doveva prescindere dall’educazione e dalla correttezza. Un uomo d’altri tempi, verrebbe quasi da dire. Come quando passeggiava con i più stretti collaboratori nei pressi del bel Monumento al Donatore, ubicato all’ingresso del paese: Nino non amava la passerella, gradiva il lavoro, magari di semplice manutenzione, ma sempre svolto con un inconfondibile stile signorile, corredato dal suo più caro biglietto da visita, il sorriso”.

Concreto e sincero, pragmatico senza mai cedere all’impulsività, il Presidente dell’Avis di Sant’Angelo in Vado succedette nel 1988 allo storico fondatore, Don Aiello, dal quale seppe ereditare umanità ed entusiasmo, alle quali unì doti assolute come la lungimiranza progettuale e la capacità di fare squadra, che gli seppero assicurare un vertiginoso aumento delle donazioni e soprattutto l’incondizionata stima da parte del mondo avisino. “Ma era il cuore del paese – conclude Belfiori – il vero fulcro dell’affetto che si provava per Nino: braccio offerto alla consorte Anna, lo si poteva incontrare lungo il corso, nella piazza o ai giardini. La cortesia e la disponibilità al dialogo, mai banale, erano garanzie di ottima compagnia”.

La cattedrale colma di gente è il commiato migliore che ci si potesse aspettare. Non mancano gli attributi di stima, nelle parole del parroco officiante Don Davide Tonti (“Ha attraversato il suo tempo e la sua S.Angelo come uomo di pace e di altissimo senso di civiltà”) e dell’attuale presidente Avis Andrea Campana (“Un signor presidente ma soprattutto un presidente signore: per me, un secondo padre”), toccano corde profonde quelle di Ottavo Longhi, successore di Vanni alla guida dei volontari del sangue vadesi. “Nino è stato un grande uomo, un prezioso amico ed un punto di riferimento per tutti: ci ha insegnato a perseguire i progetti ed i traguardi contando sulla collaborazione e sull’aggregazione, sul gioco di squadra, senza tralasciare l’opinione di nessuno. È stato un onore collaborare con lui.” Non da meno il ricordo del Primo Cittadino, Giannalberto Luzi: “Sant’Angelo perde un suo grande figlio, non perde certamente la grande eredità umana e civile che il Prof. Vanni ci lascia. Come Amministrazione, e come vadesi, ne faremo tesoro, perché sono le persone come Antonio a far grande il cuore di un paese”. (eg)

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