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A Fano c’è troppa tensione in Consiglio comunale

A Fano c’è troppa tensione in Consiglio comunale. Il presidente Rosetta Fulvi invita alla calma tutti i rappresentanti dei cittadini

A Fano c'è troppa tensione in Consiglio comunaleFANO – Il presidente del Consiglio comunale di Fano, Rosetta Fulvi, ha inviato una lettera aperta ai consiglieri comunali. Questo il testo:

“Gentili colleghi Consiglieri,
in diverse occasioni, come in questi ultimi tempi, ho constatato un certo innalzamento dei toni o l’utilizzo di termini o espressioni non adatte ad un pacato e leale confronto politico, sia durante lo svolgimento delle sedute consiliari, delle commissioni, o nelle dichiarazioni rese alla stampa da parte di alcuni amministratori.
Non si deve mai dimenticare, e il monito lo rivolgo a tutti, me compresa, che oltre a svolgere il proprio ruolo di esponenti della maggioranza o della minoranza consiliare, dobbiamo ricordare di essere sempre e comunque rappresentanti, tutti, della comunità fanese, eletti dai nostri concittadini verso i quali ci siamo assunti la responsabilità di amministrare la cosa pubblica per il bene collettivo.
In qualità di Presidente non ho mai ritenuto di censurare formalmente comportamenti non in linea con le previsioni regolamentari, né di raccogliere suggerimenti di Consiglieri che mi invitavano a censurare comportamenti dei colleghi. Quando ho ritenuto di doverlo fare, mi sono rivolta direttamente al/alla Consigliere/a interessato/a, in modo garbato e “super partes”.
Ritengo quindi fondamentale, nell’interesse di tutti, che siano abbassati i toni del confronto politico quotidiano, sia da parte di chi è all’opposizione, che da parte di chi ha la responsabilità del governo, per evitare un clima di delegittimazione reciproca che può alimentare solo incomprensione e rancore e soprattutto perché tale situazione non rappresenta affatto l’immagine migliore della città di Fano.
Ricordo a tutti che il diritto di critica politica è un diritto garantito costituzionalmente attraverso il riconoscimento della libertà di manifestazione del proprio pensiero. Occorre, però, che tale diritto sia esercitato con ragionevolezza e serietà. Al riguardo, la stessa Corte di Cassazione, in una decisione del 2014 – Sezione V Penale, sentenza n. 48712 – ha precisato – riprendendo concetti consolidati – che “il giudizio critico su di un avversario politico può anche essere formulato con parole che – decontestualizzate – costituirebbero meri insulti, ma che, viceversa, riferite a determinate vicende e/o situazioni, possono essere lette come sintetico giudizio negativo sull’operato del predetto avversario”, sempre che le “espressioni offensive” siano state “pronunziate nell’ambito di una polemica politica avente attinenza con il contenuto dell’addebito denigratorio” (già Corte Cassazione – Sez. 5, n. 7626 del 04/11/2011).
Pertanto, “l’esercizio del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione delle idee, sancito dall’art. 21 Cost., rende pienamente legittime anche forme di disputa polemica…..pure….caratterizzate dall’uso di espressioni di dura disapprovazione o riprovazione e dall’asprezza dei toni….”.
Ma, in ogni caso, l’esercizio della critica, ancorché politica, deve essere corretto, leale e non trasmodare in attacchi personali, non sconfinare nell’ingiuria, nella contumelia e nella lesione della reputazione dell’avversario.
Indipendentemente da quanto consolidatosi nel tempo, ad opera della giurisprudenza, in materia di esimente per il diritto di critica politica, mi auguro vivamente che i dibattiti siano caratterizzati sempre più da scambi di opinioni civili, corrette e con un linguaggio che si auto-censuri affinché si possa dimostrare che si può fare della buona politica senza correre il pericolo di ingiuriare l’avversario politico e indirettamente la parte di cittadinanza che lo stesso rappresenta.
Al fine di restituire serenità all’intero Consiglio comunale e nel richiamare tutti alla costruzione di una dialettica politica ispirata al senso di collaborazione, dove il rispetto reciproco possa rappresentare il valore fondante dello stare insieme, mi impegno, in qualità di Presidente del Consiglio comunale, a convocare le parti congiuntamente alla Conferenza dei Capigruppo per chiarire definitivamente le modalità di comportamento idonee e adeguate al ruolo di Consiglieri sia nel rapporto tra i singoli, tra i generi, tra i gruppi e sia nel rispetto del Regolamento e dello Statuto comunale.
Nel rammaricarmi per l’eco pubblico che tale situazione ha avuto, nonché per l’appello alla Presidenza del Consiglio richiesto sugli organi di stampa, comunico che questa lettera sarà inviata contemporaneamente ai Consiglieri e alla stampa locale”.

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