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Domenica il referendum per dire Sì o No alla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’Alba

Domenica il referendum per dire Sì o No alla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’Alba

Domenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’AlbaDomenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’AlbaDomenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’AlbaDomenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’AlbaDomenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’AlbaDomenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’Alba Domenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’AlbaDomenica si vota per decidere sulla proposta di fusione tra Senigallia e Morro d’Alba

SENIGALLIA – Domenica 23 ottobre , dalle ore 7 alle ore 23, a Senigallia ed a Morro d’Alba i cittadini saranno chiamati ad esprimersi sulla fusione per incorporazione tra i due Comuni. Va detto che il referendum consultivo non prevede quorum.

Venerdì sera, all’auditorium San Rocco, tante persone hanno partecipato all’assemblea pubblica organizzata da Senigallia Bene Comune per capire le ragioni del Sì e del NO al referendum consultivo sulla fusione di Senigallia e Morro d’Alba. Presenti i rappresentanti dei due comitati: Leonardo Badioli e Riccardo Pizzi per il NO e Maurizio Memè e Luana Pedroni per il Sì.

“Non avevamo dubbi sulla numerosa partecipazione dei cittadini di Senigallia – si legge nel documento della Lista civica Senigallia Bene Comune, firmato dal consigliere comunale Giorgio Sartini – anche perché il comune come primo protagonista di questa ‘incorporazione’ non ha dedicato nemmeno un’assemblea pubblica per spiegare le sue ragioni. Ebbene sì, ci duole come cittadini  prendere atto che questo referendum è passato sotto silenzio. Solo qualche articolo sui mezzi di informazione scritti prevalentemente da organi di partito o associazioni di categoria ma dal comune a livello formale nulla. Senigallia Bene Comune attraverso la disponibilità dei rappresentanti dei due comitati ha dato vita ad un dibattito ai tratti aspro e acceso che però ha chiarito o posto in essere le ragioni degli uni e degli altri. Vediamole.

Più volte è stato ribadito da Maurizio Memè del comitato del SI che questo referendum è una grande occasione che viene data al territorio e dunque risulta essere a favore di qualcosa piuttosto che contro qualcuno. Questa prospettiva secondo Memè è suffragata anche dallo Studio di Fattibilità redatto lo scorso mese di agosto. L’incorporazione sempre secondo il comitato produrrà  investimenti e assunzioni nel territorio attraverso  trasferimenti statali (la stima parla di 2 milioni di euro all’anno per 10 anni) inoltre migliorerà la capacità amministrativa attraverso la razionalizzazione degli uffici e contestualmente  potenzierà i servizi dei due municipi. Ci saranno inoltre possibilità per quel che riguarda i benefici e i contributi previsti nei programmi e nelle deliberazioni regionali.

Luana Pedroni ha posto l’accento sulle possibilità di crescita per il territorio soprattutto per Morro d’alba  riguardo i settori del turismo, dell’arte, della cultura. Il legislatore in questo contesto dove le erogazioni statali risultano essere minime ha posto in essere una forma di finanziamento utile per i comuni e dunque  questa operazione è di solo vantaggio e dunque si pone una questione di opportunità per Senigallia e Morro. Sta ai cittadini coglierla.

“Di diverso avviso – si legge sempre nel documento – sono le posizioni del comitato del NO. Oltre al fatto che le motivazioni  storiche di questa fusione  sono del tutto marginali come ribadito più volte da Leonardo Badioli ciò che risulta fondamentale  è la motivazione economica di questa operazione voluta principalmente dalla classe politica. I processi, i dibattiti e il dialogo democratico appaiono come pratiche obsolete e inutili. Ci sono dei soldi in ballo ma non si sa in concreto se arriveranno e quando. E’ pur vero e lo Studio di fattibilità (redatto in tutta fretta in estate) non  cita che il comune di Senigallia ha ricevuto nel 2016 dallo Stato italiano 3 milioni e 762 mila euro di trasferimenti statali  e stando alla fonte Openbilanci tra le imposte e tasse la pressione fiscale procapite nel 2010 era di 448 euro e ora siamo a 734,64 con aumento di 286 in 6 anni (80% di aumento della pressione a Governo a guida PD). Sui cittadini di Morro d’Alba, imposte, tasse e altri tributi comunali pesano per 558,36 euro pro capite, neonati inclusi (Openbilanci, dati 2014). Sui cittadini di Senigallia, pesano come dicevamo per 734,64 euro  Non ci sembra in prospettiva, conveniente fondersi almeno per i cittadini di Morro. Non si comprende il significato della razionalizzazione della rete amministrativa se nei fatti tutti gli uffici rimarranno a Morro d’Alba, che risparmio c’è? Inoltre prosindaco, pro vicesindaco e pro consiglieri che saranno equiparati agli amministratori pubblici non avranno costi oppure li avranno?

“Ai cittadini – conclude Giorgio Sartini, a nome della Lista civica Senigallia Bene Comune – il diritto-dovere di andare a votare. Senigallia Bene Comune grazie alla disponibilità dei comitati e dei loro rappresentanti ha cercato di fare chiarezza sulle criticità o opportunità di tale operazione. Domenica 23 ottobre la decisione sarà dei cittadini”.

Nelle foto: l’interno dell’auditorium San Rocco, durante il confronto

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