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La piazza di Senigallia… e le polemiche “provinciali”…ritardate per il virus

La piazza di Senigallia… e le polemiche “provinciali”…ritardate per il virus

La piazza di Senigallia… e le polemiche “provinciali”…ritardate per il virus La piazza di Senigallia… e le polemiche “provinciali”…ritardate per il virus La piazza di Senigallia… e le polemiche “provinciali”…ritardate per il virus

di GIUSEPPE CIONCHI

SENIGALLIA – L’inaugurazione della piazza Garibaldi, il 26 luglio 2016, è stata una festa  straordinaria con la gente che l’ha riempita, il concerto della Banda della Polizia, il discorso brillante del Sindaco Mangialardi, la benedizione dell’arciprete mons. Giancarlo Cicetti con una preghiera personalizzata relativa  alla stessa piazza come luogo di “incontro, amicizia, dialogo, festa, fraternità”…I mass-media locali ne hanno parlato abbondantemente, ma non sono mancate le polemiche che hanno occupato lo spazio più della inaugurazione stessa. Ci riferiamo – soprattutto, e con meraviglia! – al “Corriere Adriatico” del 27 luglio 2016. Ci piace la parentesi nella protesta dei Commercianti: “Oggi presso piazza Garibaldi (o Pio IX?)”…Già. Pio IX inaugura la serie dei grandi Papi “in uscita”: verso la gente (l’Amnistia da lui concessa nel 1846 è un fatto epocale, probabilmente il primo nella storia umana, dopo il Giubileo ebraico); verso l’umanità (come afferma spesso Papa Francesco, specie di fronte ad alcune figure curiali “chiuse”che sono un po’ “da museo”!), con attività pastorali che hanno del prodigioso, se  rapportate ai tempi e con un lascito caritativo a Senigallia che è una perla fra i tanti Istituti di ospitalità delle Marche e d’Italia (visitato anche da una Delegazione svizzera per averne suggerimenti); verso la fraternità universale dei popoli: Ecco perché quando Pio IX dichiara “NO WAR”, “Mai la guerra”…fratricida contro l’Austria, i vampiri/sanguinari/savoiardi/garibaldini/mazziniani/ massoni/anticlericali/guerrafondai…gridano “Pio IX ci ha traditi”, e il Papa è costretto a fare l’eroica e santa fuga a Gaeta! (24/25 novembre 1848-12 aprile 1850), perché temeva che i “terroristi”, di cui sopra,  lo avrebbero indotto, in qualsiasi modo,  a firmare la guerra.  Quindi meriterebbe, davvero, l’intestazione della piazza (o piazza dei Papi!), al posto di Garibaldi il quale è un assassino perché per i soldi, solo per i soldi, il Garibaldi “fece giustiziare i “comunisti” nella tenuta Nelson a Bronte. Questo fu il prezzo che i proprietari terrieri richiesero in cambio del loro appoggio” a Garibaldi (D.M.Smith, Storia d’Italia, Laterza, Bari, 1965, 1°, p. 71). Dunque,  Garibaldi è assassino (oltreché ladro sia al Banco di Sicilia che a quello di Napoli!), per non perdere i finanziamenti dei ricchi proprietari terrieri per le sue escursioni guerresche che sono tante; anche troppe e sempre con il culto della guerra e della violenza come unica  soluzione al problema del “potere” dei Savoia, non degli italiani e con il genocidio dei “proletari” usati come “carica di cannone” (Cantù), solo per i Savoia, in una serie di guerre che hanno insanguinato la storia d’Italia con “una montagna di cadaveri” ( come ha visto il nonno di Papa Francesco), ovviamente di “proletari”: baionettati, sfruttati, affamati, terrorizzati, fucilati, gasati, mutilati… perché “ridotti eran cose” come dice il Pascoli degli schiavi di Roma!

Sempre “il Corriere Adriatico” ritorna sul famoso caso “Simoncelli”, con affermazioni ideologiche  antistoriche, quali: “Girolamo Simoncelli, eroe risorgimentale fatto fucilare, senza prove, proprio da quel (beato) Pio IX”, ripetendo, ma sotto il nome dell’onorevole Beatrice Brignone, le stesse falsità storiche del colonnino di Sabrina Marinelli del 26  luglio. Semplifichiamo le risposte al massimo.

  1. Simoncelli era un terrorista (come oggi quelli dell’Isis), simpatizzante della setta degli Ammazzarelli (come a Jesi c’era la “Lega sanguinaria” e, in Ancona, quella degli “Accoltellatori”). Il nome delle sette ha questo significato ben comprensibile a tutti: “Se non sei con noi ti ammazziamo, ti accoltelliamo”…; seguendo la logica di Lenin: “i kulaki impiccateli in piazza” (perché chiedevano  un pezzo di terra come “i comunisti” di Bronte…).
  2. Simoncelli ha avuto un processo regolare, tanto che “nella relazione presentata al Pontefice dal Presidente del Tribunale Matteucci, per il Simonetti la condanna a morte aveva ottenuto 7 voti su 12, quella del Simoncelli 11 voti su 12” (Luisa Rogorini Squarcia, Nonno Fedele e la Compagnia degli Ammazzarelli, Edizioni Villadiseriane, 2012, p.60). Gli Ammazzarelli sono “eroi” perché assassini, ma sono dalla parte dei vincitori; chi, per difendersi uccide, è un traditore, perché è dalla parte dei vinti. E’ come la realtà degli americani che sono “eroi” perché bruciano vive centinaia di migliaia di persone a Hiroshima e Nagasaki; ma che si stracciano  le vesti per gli attentati dei kamikaze alle Torri gemelle!
  3. E’ terrorismo storico-ideologico attribuire la fucilazione a Pio IX “senza prove”!. Il potere giudiziario è indipendente da quello legislativo ed esecutivo. I giornalisti e gli onorevoli dovrebbero saperlo. Altrimenti, sarebbe come dire che Mattarella è
    “colpevole” della morte di Provenzano in carcere!
  4. Sulla grazia concessa da Pio IX a Simoncelli, anche se non arrivata in tempo,  il primo testimone è proprio lui: Girolamo Simoncelli. Ecco la sua testimonianza.

“La drammaticità della situazione lo spinse per la prima volta a tenere  in considerazione i consigli del fratello e della fidanzata, che in una delle loro ultime rarissime visite lo supplicavano di tentare la disperata via dell’evasione dal carcere. Infatti, nonostante il gran numero di guardie che avevano il compito di controllare il Simoncelli, pare che almeno una di queste, un sergente ungherese nutriva un sincero senso di amicizia per Simoncelli e che all’occorrenza gli avrebbe potuto dare aiuto in caso di fuga. Quando ormai tutto sembrava pronto per il disperato gesto, il tentativo di fuga fu abortito poiché il Simoncelli per bocca dei suoi cari (nell’ultima visita che essi gli fecero) venne a conoscenza che Pio IX gli aveva concesso la grazia…Si pensi che anche Teresa Mastai Giraldi, sorella di Pio IX, scrisse una lettera di supplica in favore di Simoncelli…E proprio in una lettera del Benedetti dell’aprile del 1852 si legge che “…egli aveva saputo da persona sicura che il Papa aveva fatto la grazia della vita al Simoncelli”. Ecco perché quando il Simoncelli seppe di questa notizia, non volle più evadere dal carcere di Pesaro: finalmente a suo parere giustizia era stata fatta. Purtroppo le cose non andarono così: quando nella terribile sera del primo di ottobre 1852 gli fu letta la sentenza, egli non poté trattenere sdegno, rabbia e lacrime. Fu fucilato insieme con altri tre condannati il 2 ottobre 1852 alle dieci e un quarto. Tra il 28 settembre e il 2 ottobre furono ventiquattro i condannati a morte solo nella città di Senigallia; di lì a pochi giorni iniziarono le esecuzioni ad Ancona e un mese più tardi si autorizzò anche quelle della provincia di Pesaro e Urbino” (Luca Guazzati, La Massoneria nella provincia di Ancona, Pixel editore, Ancona 2015, pp.83-84). Altra testimonianza è quella di mons. Cerruti, vicario del card. Lucciardi, il quale – dopo una visita a Roma – scrive a Carlotta Sassetti: “Se ho da credere ai miei occhi, la vita del Simoncelli è salva” (Luisa Rogorini Squarcia, Nonno Fedele e la Compagnia degli Ammazzarelli, Edizioni Villadiseriane, 2012, p.60).

Perché la grazia non arrivò in tempo, anche se il card. Lucciardi fece ritardare l’esecuzione, rimane un segreto della storia ancora da esplorare. Ma il “terrorismo ideologico” è tanto forte che lo stesso Guazzati, nonostante le affermazioni del suo  libro di cui sopra, a p. 9, scrive che Pio IX “rifiuta la grazia a Girolamo Simoncelli incarcerato”. Falso! E’ un falso storico smentito dallo stesso Guazzati (alle pp. 83-84) e dal Simoncelli che non ha voluto fuggire dal carcere perché “certo” della grazia di Pio IX.

  1. Inoltre, fare un box negativo da “sputasentenze”, con foto dell’onorevole con la frase: “Questa sembra una storia di provincia di altri tempi” (“Corriere Adriatico”, 27 luglio 2016), senza – almeno in parallelo – la foto del Sindaco con la frase: “ Per ritrovare un angolo della città, riscoprire una pagina di storia, bisogna essere capaci di sognare” …è proprio giornalismo da  “provincia”: per una piazza che rimarrà storica; forse una delle piazze  più belle dell’Italia “minore” e certamente “unica” nelle piazze del mondo con lo stemma di due Papi che hanno contribuito a qualificare Senigallia come nessun altro ha fatto mai!. Quella “storia di provincia”, offende la storia, il Sindaco, l’Amministrazione Comunale, i cittadini senigalliesi e quelli dell’hinterland, gli oltre duemila partecipanti alla festa, la Banda della Polizia e tutte le altre persone coinvolte nella festa stessa. L’onorevole, poi, non dimentichi che proprio dalle tasche “drenate” dei “provinciali”  riceve lo stipendio da onorevole: “detassato”, secondo una prassi di potere da “feudatari” del Medioevo. Ci piacerebbe, poi, sapere quali iniziative l’onorevole ha preso per Senigallia, visto che deprezza tanto le radicali e storiche novità operate, a beneficio dei Senigalliesi “provinciali”, da parte dei due Papi!
  2. Che i “mazziniani”, con il Mazzini di “Dio e popolo”, de “La Giovane Italia” e de “La Giovane Europa” sostengano gli Ammazzarelli e simili e, quindi, le guerre genocidizzanti del proletariato  da parte dei Savoia – solo per il potere dei Savoia e non per il bene degli italiani  (nei referendum per i Savoia vota circa il 2% della popolazione; i proletari non votano! )– rimane un “mistero ideologico”!
  3. Proponiamo ai mazziniani, ai garibaldini, ai savoiardi, ai sanguinari, ai violenti,  ai vampiri del proletariato per tutte le guerre in cui sono stati maciullati e genocidizzati “i proletari”, alla giornalista e all’onorevole di cui sopra di non passare, per protesta, per la piazza Pio IX (secondo i Commercianti) e tanto meno sotto i portici Ercolani, voluti da Benedetto XIV a opera del canonico Ercolani!, seguendo un certo istinto di negatività totale manichea da “provincia”! gicionchi@libero.it
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